Telt, struttura binazionale per i controlli antimafia

Una ferrovia lunga 270 km che collega Italia e Francia e che dal 2030 trasporterà merci e persone. È la Torino-Lione, parte integrante del progetto strategico della Ten-t, la “metropolitana d’Europa” progettata per incoraggiare il trasporto ferroviario e ridurre le emissioni di gas serra. A realizzare e, successivamente, gestire la sezione transfrontaliera, una tratta di 65 km compresa tra Susa e Saint Jean de Maurienne, è il promotore pubblico Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt). La società, binazionale, è stata istituita dal governo francese (suo azionista al 50%) e dalle Ferrovie dello Stato italiane (che detengono il rimanente 50%) nel 2015 sulla base degli accordi internazionali che definiscono la realizzazione stessa della linea.

Al vertice della direzione legale di Telt c’è Marie-Pierre Cordier (nella foto) che, nominata direttrice giuridica di Telt dal governo francese, è l’ideatrice – insieme a Paola Basilone (già prefetto di Torino) – della struttura binazionale per i controlli antimafia per le imprese che lavorano sulla Torino-Lione. La tratta è il primo caso in Europa di applicazione della normativa antimafia a livello transnazionale, indipendentemente dalla nazionalità dei cantieri.

Le prefetture della regione Auvergne-Rhône Alpes e di Torino lavorano in parallelo, condividendo le informazioni sugli appalti italiani e francesi dell’opera, col supporto delle rispettive forze di polizia che svolgono controlli e sopralluoghi congiunti nei cantieri. Le verifiche vengono svolte non solo sulle aziende appaltatrici, ma sull’intera filiera dei subappalti e per contratti di qualsiasi valore. Le imprese con le carte in regola entrano in una “white list transnazionale”, un’anagrafe degli esecutori che possono lavorare nei cantieri per 12 mesi, rinnovabile a fronte di nuove verifiche.

 

Ripercorriamo per ordine gli aspetti legali del progetto curati dalla direzione legale di cui è a capo…

Oltre al grande lavoro relativo all’antimafia, il principale aspetto legale del progetto riguarda gli appalti pubblici, seguiti principalmente dalla direzione dedicata alle gare, chiamata direzione acquisti. La direzione giuridica affianca quest’ultima e le altre direzioni, fornendo pareri e consulenze trasversalmente sui diversi temi e si occupa della difesa in tribunale. Al momento, vista anche la fase di sviluppo in cui ci troviamo, stiamo seguendo la fase dei necessari espropri.

 

C’è poi una complessità legale legata alla doppia nazionalità del progetto…Ci spiega?

È la sfida quotidiana della direzione giuridica. Quasi più che alla doppia nazionalità, la complessità è concretamente legata all’accordo italo-francese del 2012, che crea il promotore pubblico Telt. L’accordo prevede che il diritto applicabile per gli appalti e i contratti relativi ai lavori e agli accordi di forniture è il codice appalti francese. Per altre questioni, come il diritto del lavoro, dell’ambiente e degli espropri si applica invece il diritto territorialmente applicabile. Dunque, la principale complessità è legata alla verifica quotidiana del diritto applicabile alla singola casistica, ma è anche la parte più interessante del lavoro dei legali interni.

 

L’organizzazione è complessa, servono competenze interne variegate… A questo proposito come è organizzata la direzione legale? 

Siamo in otto, per metà francesi e per metà italiani, e abbiamo competenze in quasi tutte le materie di diritto italiano e francese. La specialità dei colleghi francesi sono soprattutto le competenze in materia di appalti, lato Italia abbiamo invece due amministrativisti e altri due colleghi specializzati in altre materie. Quando ci troviamo a gestire temi particolarmente delicati e complessi chiediamo il supporto degli studi legali esterni.

 

Lei ha ideato insieme a Paola Basilone, prefetto di Torino, una struttura bi-nazionale per i controlli antimafia sulla Torino-Lione. Di cosa si tratta?

È il risultato dell’impegno comune preso nell’accordo del 2015 tra Italia e Francia, in occasione del quale le parti si sono impegnate a lottare con fermezza contro ogni pratica mafiosa e a dotare il promotore pubblico Telt di un regolamento estremamente rigoroso, che è stato validato dalla commissione intergovernativa. Su questa base è stato creato un gruppo di lavoro italo-francese, che ha preso spunto dal codice antimafia italiano. Il gruppo, mosso dall’obiettivo comune di lotta alla mafia ha realizzato il regolamento dei contratti antimafia, allegato all’accordo internazionale per la realizzazione della Torino-Lione e ratificato nel 2017 da entrambi i parlamenti nazionali. Il regolamento assegna lo stesso potere decisionale alle prefetture dei due Paesi (nello specifico quella di Torino e quella della regione Auvergne-Rhône-Alpes) per l’iscrizione o l’esclusione degli operatori economici dalla lista bianca dei fornitori.

 

La Torino-Lione è il primo caso in Europa di applicazione della normativa antimafia a livello transnazionale?

Esatto. Il regolamento, unico nel suo genere, potrà servire da esempio per tutte le altre opere transfrontaliere. Il documento va anche oltre gli obblighi di legge dei due Paesi e previsti dalla normativa europea, dunque individua delle soluzioni che costituiscono una best practice internazionale.

 

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