BIP: gestire sette m&a in meno di due anni
MAG intervista il general counsel Bianchi Di Giulio. «Nel 2022 abbiamo inserito 4 persone, visto che era necessario rinforzare numerosità e competenze. L’intenzione è di arrivare a 10 entro la fine del 2024»
Quello di Lodovico Bianchi Di Giulio (in foto), group general counsel della multinazionale di consulenza BIP, è un percorso abbastanza tradizionale. Ha mosso i primi passi in Allen & Overy, crescendo nel dipartimento corporate e, per un periodo, in quello capital markets. Poi, come spesso succede agli avvocati del libero foro, ha deciso di spostarsi in house: prima nel settore delle infrastrutture ed energie rinnovabili (occupandosi di investimenti ma anche di consulenza m&a), poi in BIP, dove è entrato ufficialmente nel 2021. Il 2021 è stato anche l’anno di ingresso del nuovo socio di maggioranza del gruppo – il fondo internazionale CVC Capital Partners – che ha dato il via ad un processo di espansione importante, che nel giro di poco meno di due anni ha portato all’acquisizione da parte di BIP di 7 nuove società, di cui 5 solo negli ultimi 12 mesi.
Da maggio 2022 a maggio 2023 avete acquisito Riskcare, iNubo, FC Italia, Bitbull e The Visual Agency. Qual è il fil rouge che unisce queste 5 società?
Si tratta di società abbastanza diverse tra loro, per caratteristiche e localizzazione geografica, ma che da un punto di vista strategico vanno tutte a completare la nostra offerta ai clienti. Tutte le acquisizioni avvenute fino ad oggi (così come quelle ora in fase di completamento) si muovono lungo due direttive principali. Da un lato quella di ampliare la gamma dei nostri servizi a beneficio sia delle “Aree di Business” sia dei “CoE – Centers of Excellence”, andando ad acquisire specifiche capacità per integrare l’offerta di servizi ai nostri clienti, come accaduto con realtà come iNubo, FC Italia, Bitbull e The Visual Agency.
E dall’altro?
Dall’altro lato c’è la volontà di crescere nelle geografie estere in cui siamo già presenti e consolidare la nostra presenza ampliando il nostro offering – come successo a seguito dell’acquisizione dell’americana Monticello o della britannica Riskcare – oppure in quelle dove attualmente non siamo e vorremo essere nel giro di qualche anno. Tuttavia, anche nell’ambito del processo di crescita in nuovi paesi, ricerchiamo specializzazione nei settori da noi ritenuti strategici.
Sembra che la crisi economica e l’ombra della recessione non vi abbiano colpito… Come ci siete riusciti?
Siamo ben consci dello scenario difficile a livello internazionale, a cui abbiamo cercato di adattarci con strumenti continuamente diversi. Il 2022 in effetti è andato bene e abbiamo superato indenni l’inverno, scegliendo anche le target giuste per le acquisizioni. Vediamo come andrà il futuro… Di sicuro la sfida, per noi come per tutti gli operatori di mercato, sarà quella di mantenere un buon equilibrio anche nel corso del 2023.
In qualità di general counsel, come partecipa all’espansione di BIP?
Il mio coinvolgimento avviene già nelle primissime fasi, quando si inizia a pensare di approcciare una controparte che pensiamo sia intenzionata a vendere oppure di entrare in un processo di vendita in corso o che sta per cominciare. Poi, insieme al resto della squadra legale, seguiamo da vicino tutte le attività, dalla firma dell’NDA alla presentazione delle offerte, al coordinamento delle attività di due diligence sino alla redazione e conclusione degli accordi contrattuali.
Ci sono momenti più delicati di altri, durante un’operazione di acquisizione, che vedono il suo team direttamente coinvolto?
Sicuramente bisogna porre particolare attenzione durante la valutazione di eventuali problematiche emerse nel corso della due diligence, che vanno sempre bilanciate con la volontà di completare l’operazione. Inoltre, come legali interni, svolgiamo spesso una costante opera di “mediazione” tra i colleghi che si occupano del business e i venditori, dovendo gestire la redazione e la negoziazione di accordi complessi che tengano conto di tutti gli aspetti relativi all’attività svolta ed alla futura integrazione.
Come dividete le attività tra ufficio legale in house e consulenza esterna?
Spesso affidiamo lo svolgimento della due diligence a consulenti esterni e noi ci occupiamo di tutto il resto, ma è capitato che anche che delegassimo all’esterno l’intera attività, pur mantenendo il coordinamento di tutti i vari stream di lavoro e lo svolgimento di tutti gli adempimenti interni che riguardano l’iter approvativo e la gestione di tutti gli stakeholders.
Quali caratteristiche vi fanno scegliere, per le acquisizioni più recenti, la squadra di consulenti già utilizzata in passato?
Generalmente valutiamo caso per caso, a seconda dell’expertise di cui abbiamo bisogno in base alla tipologia e alle caratteristiche dell’acquisizione, nonché alla sovrapposizione con altre operazioni in corso o dell’eventuale presenza internazionale. Non abbiamo vincoli, non abbiamo panel, siamo liberi. Inutile negare, comunque, che su una certa tipologia di operazioni si è creata una consuetudine con alcuni consulenti, perché ovviamente più si lavora insieme… meglio si lavora. E così è successo sulle recenti acquisizioni, sia con consulenti italiani (Bertacco Recla & Partners, Studio Trotter) e internazionali (Allen & Overy, Cozen O’ Connor, PwC). Ma ogni volta viene effettuata una valutazione ad hoc, anche economica.
Per tutte queste acquisizioni serve un team solido. Il suo come lo ha costruito?
Insieme al team HR ho selezionato i componenti della squadra legale nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, quando hanno cominciato ad emergere con forza nuove dinamiche lavorative, a cominciare dall’attenzione per il work-life balance e lo smart working. Oggi sono contento di avere un team che ritengo di ottimo livello, motivato e affiatato. Siamo 8 in tutto, in maggioranza donne, divisi fra le aree di m&a, societario, contenzioso, assicurazioni, marchi e IP, data protection, quality e certificazioni.
E pensate di ingrandirvi ancora?
Nel 2022 abbiamo inserito 4 persone, visto che era assolutamente necessario rinforzare numerosità e competenze. L’intenzione è di…
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