Welfare aziendale: per 8 occupati su 10 è fondamentale

Quali evoluzioni vive il welfare aziendale nel post pandemia e quali sono le nuove esigenze dei lavoratori? Come è cambiato l’approccio delle imprese verso i temi del welfare? Sono alcune delle domande a cui fornisce risposta la ricerca “Il Welfare di Domani” condotta da Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT per delineare una fotografia dello stato attuale del settore che, anche alla luce delle conseguenze del COVID-19 e dello scenario attuale della società, si ritrova oggi a giocare un ruolo ancor più fondamentale all’interno delle imprese italiane.

La ricerca, rivolta, da un lato, a un target di 1.000 lavoratori e, dall’altro, agli executive di 150 aziende operanti in diversi settori, in tutta Italia, mette in luce i nuovi bisogni degli intervistati in tema di welfare e la capacità delle aziende di rispondere a tali necessità con azioni e programmi che rispondano alle reali esigenze delle loro persone.

L’indagine è stata presentata nel corso dell’evento “Nutrire il welfare. Nuovi percorsi per raggiungere il benessere di persone e imprese”, tenuto il 29 novembre presso il CIRFOOD DISTRICT.

I principali risultati

Dalla ricerca “Il Welfare di Domani”, emerge in maniera evidente come sia aumentata, rispetto al 2019, l’attenzione dei lavoratori verso la propria salute (47%), l’alimentazione (38%) e il tempo da dedicare al supporto dei propri cari (25%). Ciò, di riflesso, ha spinto sempre più persone a considerare utili servizi e strumenti di welfare dedicati alla prevenzione e alla salute (62%), alla conciliazione vita-lavoro (59%) e al sostegno economico (56%) cruciali per rispondere alle nuove necessità.

Il 71% dei lavoratori ha dichiarato che l’impresa in cui lavora prevede già dei programmi e servizi di welfare, che includono: buoni spesa (47%), servizi di sanità integrativa (46%), previdenza complementare (36%) e di ristorazione aziendale (31%).

Servizi presenti, ma spesso assolutamente perfettibili, visti i molti ambiti di miglioramento segnalati dai lavoratori, volti a far sì che tali servizi rispondano sempre più alle reali esigenze dei dipendenti (70%), con un’adeguata varietà (67%) e copertura territoriale dei beni e servizi proposti (67%) e una maggiore facilità di utilizzo delle piattaforme dedicate (58%).

8 su 10 ci pensano quando si trovano a valutare un nuovo luogo di lavoro

La ricerca evidenzia come, ad oggi, l’offerta di questi servizi dal punto di vista dei lavoratori rappresenti un elemento chiave: 8 su 10, infatti, ritengono fondamentale o importante la presenza di un piano di welfare aziendale nella scelta di un nuovo luogo di lavoro. Al contempo, l’indagine evidenzia come tra i lavoratori che non hanno accesso a piani di welfare aziendale, 9 su 10 siano fortemente interessati ad usufruirne.

“Stiamo assistendo a una forte evoluzione dei bisogni degli italiani, soprattutto a seguito della pandemia con conseguenze sugli stili di vita e le abitudini quotidiane. Un’evoluzione che va studiata e approfondita per permettere a tutte le aziende attente al benessere dei propri lavoratori di non tralasciare alcun bisogno e di rispondervi in maniera tempestiva ed efficace”, ha dichiarato Daniela Fabbi, direttore comunicazione e marketing CIRFOOD.

Il punto di vista delle imprese

Dal punto di vista delle imprese, la ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT sugli executive delle aziende, evidenzia come sia cambiato l’approccio e l’attenzione agli strumenti di welfare, oltre al modo in cui essi vengono percepiti dai responsabili delle risorse umane. 1 HR manager su 2 dichiara che, rispetto al 2019, è aumentato o molto aumentato l’interesse dei dipendenti a ricevere servizi di welfare aziendale.

Oggi, secondo l’indagine, l’83% delle aziende offre già almeno un servizio di welfare aziendale e, in questa direzione, gli executive intervistati ritengono che l’offerta di un piano di welfare aziendale incida nel migliorare la qualità di vita e promuovere il benessere dei dipendenti (87%), favorire la creazione di un buon clima aziendale (81%), potenziare l’immagine e la reputazione aziendale (78%) e offrire ai dipendenti servizi per la salute e la prevenzione (69%).

 “La ricerca evidenzia un importante trend emergente secondo il quale, oggi, il welfare risulta essere uno degli strumenti più validi, non solo per far stare bene i propri dipendenti ma anche per mantenere alti i livelli di retention e attrarre nuovi talenti”, ha proseguito Daniela Fabbi. “In questa direzione, sarà, infatti, sempre più decisivo per le aziende costruire programmi di welfare tagliati su misura per le esigenze dei lavoratori, in continua in evoluzione”.

La necessità di consulenza sui servizi di welfare

Dalla ricerca emerge, inoltre, la necessità, da parte degli executive, di affidarsi a provider e soggetti erogatori di servizi di welfare che abbiano un approccio più consulenziale (64%) per la costruzione di piani basati sulle reali esigenze dei propri dipendenti.

Tra i servizi di welfare più diffusi troviamo quelli relativi alla gestione della pausa pranzo, offerta dal 72% delle aziende coinvolte nell’indagine, perché migliora la qualità di vita e il benessere dei dipendenti (71%), nonché il clima aziendale e il rapporto con i dipendenti (64%), oltre ad essere uno strumento che consente di ottimizzare i tempi.

È dunque necessario, per le aziende attente al well-being delle proprie persone, affidarsi a imprese specializzate con un approccio consulenziale, in grado di offrire servizi di welfare innovativi e soluzioni integrate ad alto valore aggiunto che abbiano al centro la persona e i suoi bisogni.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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