Servizi legali alternativi, Lexout al debutto
di ilaria iaquinta
Eppur si muove, il mercato italiano dei servizi legali alternativi. Il 2021 si apre con una nuova insegna, Lexout, costituita a novembre scorso (qui la news).
Non parliamo di un nuovo studio legale su piazza, pronto a offrire servizi tradizionali. E nemmeno di un’organizzazione che mira a sovrapporsi o sostituire le strutture preesistenti in house. Ma a tutti gli effetti di un alternative legal service provider (ALSP), come direbbero gli anglofoni.
Lexout offre servizi legali a imprese e studi legali attraverso professionisti con esperienza in house e riconvertiti alla consulenza, che conoscono le dinamiche aziendali e parlano la stessa lingua di chi fa business. In particolare, la struttura «affianca e supporta le direzioni affari legali e compliance delle imprese alleggerendole delle loro incombenze nelle fasi di picco o gap organizzativo, per attività speciali, o per brevi, medi o lunghi periodi, per consentirgli di concentrarsi sul proprio core business», racconta a MAG il professor Francesco Bruno (nella foto), componente dell’advisory board della startup, Founding Partner di B – Società tra Avvocati e Ordinario di Diritto ambientale e alimentare.
La genesi e i promotori
Alla base del progetto c’è, spiega il professore, la volontà di creare un’organizzazione dinamica «in grado di reagire a un mondo in continua trasformazione: gare, servizi sempre nuovi e interdisciplinari, caratterizzati da una fortissima spinta del digital-tech». Una realtà che in questi pochi mesi di attività ha già rilevato un discreto successo all’interno del mercato dei servizi legali. «Abbiamo riscontrato un grandissimo interesse – dice Bruno – che ha già generato un portfolio offerte e ordini così significativo da risultare inatteso: da ottobre 2020, in soli tre mesi, su quasi 600mila euro di offerte emesse abbiamo già molti incarichi acquisiti da aziende di medie e grandi dimensioni».
La forma giuridica di Lexout è quella di una società a responsabilità limitata. Nell’advisory board, oltre a Bruno, ci sono ex general counsel (GC), manager d’impresa e accademici. In particolare, Matteo Benozzo (fondatore con Bruno dello Studio B – Società tra Avvocati e professore di Diritto ambientale e alimentare), Leopoldo Conforti (ex GC di Alitalia e Anas), Giuseppe Santella (presidente di Unisalute), Michelangelo Damasco (GC di Toto Holding), Gianluca Cattani (partner dello studio Delfino Willkie Farr & Gallagher) e Bianca Papini (freelance-media e telecomunications regulation expert). Tutti professionisti che partecipano al progetto Lexout «come consulenti e nel contesto dell’advisory board per indirizzi sotto il profilo tecnico-scientifico e suggerimenti strategici». Tra la società e le loro organizzazioni di provenienza non c’è infatti alcuna relazione. «La partecipazione è a titolo personale e integra solo la volontà di alcuni professionisti di voler aiutare una startup a sognare in grande, per il bene dell’intero comparto, in Italia ancora legato a logiche che non gli consentono di progredire e svilupparsi come avviene nella maggior parte degli altri Paesi», chiarisce Bruno.
Il team manageriale della società è invece composto da Massimiliano Zannetti (ex director EY, esperto in CFO services), general manager e CFO; Lorenzo Tucci (ex director EY, esperto in business transformation, digital e CFO services), sales director; Francesca Francucci (esperta HR, ex senior manager human capital in Willis Towers Watson, Mercer e Deloitte), direttore risorse umane e della business unit HR; e Carolina Conforti (esperta di diritto commerciale e di diritto del lavoro), responsabile della divisione legal support & compliance. Inoltre, Lexout ha come partner per la comunicazione The Skill e per la formazione Meliusform.
I servizi
L’offerta di servizi non si basa sul secondment «tipico delle società di temporary management, dove viene individuata una risorsa e spedita autonomamente a eseguire l’incarico». Lexout, infatti, non offre giuristi d’impresa in affitto, ma coordina e gestisce attivamente le risorse e i team (al momento collaborano con la società una trentina di legali senior) che lavorano sui progetti dei clienti come se fossero dei liberi professionisti, anche se hanno tutti una consolidata esperienza in house. «I legali d’impresa – spiega Bruno – provenendo dallo stesso settore in cui opera il cliente, parlano la sua stessa lingua. Lexout ha quindi un business model diverso, basato su estrema flessibilità e riduzione dei costi, che però non impattano sulla qualità del servizio. Un unicum nel mercato italiano», dichiara Bruno.
Oltre al supporto legale e di compliance normativa, Lexout offre servizi di segreteria societaria e salute, sicurezza e ambiente (HSE – Health, Safety & Environment). Il tutto viene declinato in base alle esigenze specifiche del cliente. «Diamo supporto verticalizzato sul m&a, sulla cybersecurity, sull’HR e sul CFO. Sempre fornito da professionisti che hanno forgiato i propri skill nel mondo dell’impresa prima di riconvertirsi alla consulenza», chiarisce Bruno.
Non essendo uno studio legale, Lexout non si occupa di litigation o delle altre attività tipiche delle strutture tradizionali e «non deve essere tantomeno confusa con una società di temporary management, di outplacement o con un head hunter».