Leonardo, accordo strategico per la cyber security: i legali
Leonardo ha firmato un accordo strategico con Arbit Cyber Defence Systems, azienda danese specializzata in soluzioni di sicurezza dei dati per operazioni multinazionali e multi-dominio di Intelligence e Difesa in ambito UE e NATO. Per la partnership è sceso in campo il team legale di Leonardo coordinato dal general counsel Federico Bonaiuto (in foto) e composto da Massimo Rugai e Andrea Ogno, rispettivamente responsabile e membro legal della divisione Cyber del gruppo.
I dettagli dell’accordo
L’accordo prevede una collaborazione strategica per co-progettare, co-sviluppare e certificare una soluzione cross-domain, mirata a soddisfare i requisiti di cybersicurezza di programmi altamente complessi, multinazionali e multi-dominio, caratterizzati da un elevato livello di interoperabilità.
Al centro delle soluzioni di Arbit si trova la tecnologia “Data Diode” certificata a livello NATO, che garantisce il trasferimento veloce e affidabile di dati tra reti separate, anche con diversi livelli di classificazione, offrendo la massima protezione contro modifiche o esfiltrazione di dati. Grazie all’utilizzo di semiconduttori, il sistema assicura la separazione fisica ed elettrica tra le reti, esegue controlli automatici sui contenuti, valida l’origine dei dati e identifica in modo sicuro le fonti, riducendo significativamente la necessità di interventi manuali, spesso soggetti a errori. Questa stessa tecnologia costituirà la base della soluzione sviluppata insieme a Leonardo.
Andrea Campora, managing director della divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo, ha commentato: “L’accordo con Arbit rappresenta un passo significativo per rafforzare la nostra offerta e capacità di innovazione nei programmi strategici legati al Defence & Secure Cloud. Il nostro obiettivo è sviluppare una soluzione avanzata dedicata sia alle infrastrutture critiche sia alla Difesa abilitando quest’ultima a operazioni multi-dominio, con un approccio data-centric. Questa partnership avrà un impatto importante sulla sovranità dei dati, sulla conformità normativa e sull’aderenza agli standard di sicurezza definiti a livello NATO, europeo e nazionale”.