«L’AI eliminerà posti di lavoro»
I dipartimenti legali non sono immuni alle mode. I general counsel osservano cosa fanno le altre direzioni in house e partecipano ai convegni per confrontarsi con le controparti. Spesso quando queste conferenze finiscono, i giuristi d’impresa aprono a nuovi modi di lavorare. Tra le questioni che tengono banco da qualche tempo, se così si può dire, c’è il tema dei software di intelligenza artificiale (AI). Il pensiero comune è quello di mettere a lavoro le macchine e “liberare” le persone, per dedicarle alle attività a più alto valore aggiunto.
MAG ha parlato con Brad Blickstein di intelligenza artificiale e direzioni affari legali. L’omonima società di consulenza che dirige, il gruppo Blickstein, ha appena pubblicato un report sull’AI e la sua utilità per i servizi legali aziendali. Lo studio, Legal AI Efficacy Report, valuta i vari strumenti sul mercato e ne formula le raccomandazioni di utilizzo.
Nello studio Blickstein parla dell’uso della tecnologia, affronta alcuni miti sul suo funzionamento e gli effetti che avrà sul personale.
MAG lo ha incontrato per approfondire questi aspetti e ragionare su una visione realistica della tecnologia nelle direzioni affari legali.
Nell’introduzione il report sembra dire che il termine intelligenza artificiale sia assurdo e che sul mercato ci siano tecnologie diverse che fanno cose differenti…
Non credo che il termine intelligenza artificiale sia ridicolo. Quando si cerca di risolvere problemi aziendali e legali, preoccuparsi se la soluzione sia effettivamente l’uso dell’intelligenza artificiale è superfluo e controproducente.
Supponiamo che lei sia un general counsel e che desideri tenersi aggiornato sulla tecnologia. Ha sentito parlare di un software di AI. Perché dovrebbe investirvi?
La risposta sta nell’interrogativo: qual è la criticità maggiore della direzione legale? Ci sono strumenti che analizzano i contratti in fase di negoziazione, ad esempio, quando arrivano dall’esterno o quando vengono ricevuti dal procurement per le proposte di vendita. E ci sono strumenti di AI che consentono di analizzare i contratti rispetto al playbook dell’azienda determinandone i fattori di rischio, la conformità alle policy di compliance. Queste attività possono essere seguite in modo efficiente dall’AI. Utilizzandola, un giurista d’impresa può dire in due minuti cosa va bene e cosa no, cosa può essere firmato e cosa no.
Può farci un altro esempio?
Probabilmente un altro general counsel potrebbe dire: “la spesa legale del dipartimento è fuori controllo. Come possiamo analizzare la nostra spesa e capire come ottenere più valore dagli studi legali?”. Esistono strumenti di intelligenza artificiale in grado di farlo approfonditamente e che consentono di confrontare la spesa del legal con quella delle altre divisioni aziendali che usano la stessa piattaforma. Possiamo dividere il mondo dell’AI in otto categorie. Suggerirei a chiunque di iniziare dal proprio punto dolente, qualcosa che si possa risolvere con l’AI. Invece, chiedersi “cosa posso fare per usare l’AI visto che tutti la usano?” non ha senso.
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