La responsabilità della società si estende ai reati fiscali

La famosa “231”, ovvero la responsabilità amministrativa dell’ente per i reati commessi dai relativi affiliati, così chiamata perchè introdotta dal decreto legislativo 231/2001, si estende anche ai reati tributari più gravi.

La norma stavolta è il decreto legge “fiscale” 124/2019, che con l’ultima modifica ricomprenderà tra le fattispecie di responsabilità, oltre alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti per imponibili superiori a 100mila euro, già prevista in origine, nuove infrazioni:

  • la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti per importi inferiori ai citati 100mila euro (con sanzione pecuniaria fino a 400 quote);
  • la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici con sanzione pecuniaria fino a 500 quote;
  • l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti sia per importi superiori a 100mila euro (con sanzione pecuniaria fino a 500 quote), sia inferiori (sanzione pecuniaria fino a 400 quote);
  • l’occultamento o distruzione di documenti contabili con sanzione pecuniaria fino a 400 quote;
  • la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte con sanzione pecuniaria fino a 400 quote.

Le conseguenze per le società potranno essere di assoluta gravità: si parla di ammende corrispondenti al valore di un minimo di 400 fino ad un massimo di 500 quote, con l’aumento di 1/3 nel caso di ottenimento a mezzo dell’illecito di profitti di rilevante entità. Tradotto: si può superare il milione di euro di sanzione pecuniaria per la società, da accompagnarsi alla pena detentiva per le persone fisiche autrici del reato.

Gennaro Di Vittorio

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