Identikit di un giurista d’impresa
Da consulente a business angel. È questa l’evoluzione naturale della specie del legale d’azienda, secondo i tre country representative per l’Italia della Association of Corporate Counsel (ACC) – l’organizzazione internazionale dei giuristi d’impresa più grande al mondo che conta oltre 43mila membri ed è presente in 85 Paesi – Maurizio Di Bartolomeo legal director & corporate secretary di Giochi Preziosi, Sabrina Costanzo senior attorney di Luxottica e Andrea Moretti director and head of legal Italy di eBay.
Rispetto al passato, spiega a MAG Costanzo «la funzione legale non è più consultiva pura e a latere, ma viene coinvolta nei progetti aziendali sin dal principio». Questi professionisti siedono dunque oggi al tavolo del management, intorno al quale vengono prese le decisioni. La loro presenza è diventata imprescindibile soprattutto nei comparti altamente regolamentati o «in quelli nei quali la sensibilità giuridica può aprire opportunità commerciali perché le norme arrivano dopo l’intuizione di business e arrivare per primi sul mercato fa la differenza. Il legale è diventato qualcuno che può individuare delle opportunità e aprire delle strade e non viene più sovrapposto al consulente esterno, perché le skills che ci vogliono per stare in azienda sono diverse a quelle che hanno gli avvocati d’affari», aggiunge Moretti.
Oltre che di occuparsi delle esigenze legali e, in alcuni casi, societarie del gruppo, ai legali d’azienda – fa notare Di Bartolomeo – viene sempre più spesso chiesto di gestire «aree cross functional, tra cui ad esempio la privacy a seguito della piena applicazione del GDPR o la tutela della qualità della produzione, come accade in alcune aziende della moda». Ad agevolare la metamorfosi del giurista d’impresa, secondo l’avvocato, è stato l’innalzamento della preparazione di base di questi professionisti, avvenuta per mano di una “contaminazione naturale” di competenze (che si verifica in azienda nel momento in cui ai legali viene chiesto di interfacciarsi con le altre aree funzionali) e di una “fecondazione esterna” (attraverso l’ingresso nelle direzioni affari legali di professionisti provenienti dagli studi legali). «Quando, negli anni di Lehman Brothers, il modello di turbo crescita delle law firm inglesi si è spezzato, numerosi consulenti, con un bagaglio di altissime competenze ed esperienze internazionali, si sono spostati nelle aziende, dove invece le figure avevano tradizionalmente un ruolo più domestico e aziendalista», precisa Di Bartolomeo.
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