I general counsel temono l’aumento delle controversie tech. Lo studio

Secondo l’indagine annuale sulle controversie “Global Disputes Forecast” di Baker McKenzie, i legali interni delle multinazionali hanno identificato nella cybersicurezza e nella privacy dei dati le aree principali di rischio di contenzioso per il 2025.

Il report, giunto alla sua ottava edizione, rivela che il 45% degli intervistati considera la cybersicurezza e la privacy dei dati come il maggior rischio di controversia, seguito dall’intelligenza artificiale (44%) e dalle questioni lavorative (32%). Il 25% degli intervistati ha inoltre segnalato come fattori di rischio anche le controversie commerciali, contrattuali e fiscali.

In generale, le organizzazioni sono inoltre sempre più preoccupate per le class action e le investigazioni, tanto che l’85% degli intervistati prevede che la spesa per le controversie aumenterà o rimarrà invariata nel corso del prossimo anno. Insomma, lo scenario delle dispute legali non mostra segni di rallentamento secondo la maggior parte dei general counsel interpellati da Baker McKenzie.

Vinod Bange, partner della firm a Londra, ha dichiarato che “siamo a un punto di svolta per quanto riguarda il rischio informatico. Con il progresso tecnologico dato da IA e altri fattori di trasformazione digitale, insieme all’aumentata minaccia geopolitica globale, non è difficile comprendere perché stiamo assistendo a un rapido aumento degli attacchi informatici”.

La preoccupazione per rischio informatico e IA

Tra gli intervistati più preoccupati per il rischio informatico, il 70% ha indicato le indagini e le azioni di enforcement, incluse le sanzioni, come principale motivo di preoccupazione. Il 44% teme inoltre che le proprie polizze assicurative possano non coprire completamente i danni causati da attacchi informatici o potrebbero portare a controversie sui risarcimenti. Un ulteriore 41% ha citato le problematiche di conformità informatica e dei dati nella catena di approvvigionamento come fonte di preoccupazione.

Per quanto riguarda gli intervistati più preoccupati per l’IA, il 60% ha indicato le questioni relative alla privacy e alla sicurezza dei dati come principale preoccupazione, seguite dalle dispute etiche (59%) e dalle controversie sulla proprietà intellettuale (55%).

Isabella Liu, partner di Baker McKenzie a Hong Kong, ha commentato: “Le aziende dovrebbero rimanere attente nel monitorare gli sviluppi dell’IA in tutte le discipline legali – non solo la giurisprudenza e gli sviluppi legislativi relativi alla proprietà intellettuale, ma anche la regolamentazione esistente sulla privacy e quella settoriale, nonché la nascente regolamentazione orizzontale dell’IA – per sviluppare una strategia di gestione del rischio legale”.

Le controversie sul lavoro

Per quanto riguarda le controversie sul lavoro, il 42% ha segnalato come rischio principale le questioni relative alle clausole restrittive e ai patti di non concorrenza.

Il sondaggio si è basato sulle risposte di 600 senior legal counsel provenienti da vari settori, con sede in Brasile, Hong Kong, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Singapore.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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