Hays: come superare un colloquio di lavoro utilizzando il metodo Star
Dopo decine di candidature inviate, finalmente si viene ricontattati per un colloquio. Fare una buona impressione è d’obbligo, ma se si è decisi a ottenere il posto, destreggiarsi tra le mille domande dei recruiter non è mai semplice.
Gli esperti di Hays Response, la divisione di Hays dedicata ai profili più junior, consigliano di affidarsi al cosiddetto metodo STAR.
STAR – sigla di Situation, Task, Action, Result – è un modello strutturato per rispondere ai diversi quesiti che possono emergere in un colloquio di tipo comportamentale, efficace per formulare argomentazioni precise e dettagliate che possano soddisfare i selezionatori. Ecco i consigli per applicare al meglio i principi del modello STAR:
SITUATION: “Descriva una situazione in cui ha dovuto affrontare un problema e come lo ha risolto”. In un colloquio di tipo comportamentale, le domande più frequenti puntano a valutare le cosiddette soft skill del candidato, indagando le sue precedenti esperienze o immaginando avvenimenti ipotetici che potrebbero metterlo in difficoltà. Per rispondere in modo efficace, il primo passo è sicuramente quello di descrivere in modo dettagliato la circostanza e le mansioni che si sono svolte in quell’occasione. Meglio fornire tutti i particolari necessari al recruiter per comprendere effettivamente la complessità della situazione e, se possibile, descrivere esperienze recenti.
TASK: Il secondo step è descrivere il proprio ruolo all’interno della situazione. Qual era il proprio compito? Cosa si era stati incaricati di fare e da chi? Quale risultato ci si aspettava di ottenere? Questi dettagli sono indispensabili per far comprendere al selezionatore la propria funzione nella circostanza descritta.
ACTION: Questo passaggio è in assoluto il più importante. Quali azioni si sono intraprese per raggiungere gli obiettivi? È fondamentale spiegare esaustivamente come si è agito, descrivendo ogni step e mettendo l’accento sul lavoro svolto in prima persona. Saper lavorare in team è importante, ma in questo caso è necessario focalizzarsi sul proprio operato, tralasciando invece le azioni svolte dai colleghi. Dimostrare di aver giocato un ruolo ben preciso nel progetto serve a dar prova di professionalità e responsabilità.
RESULT: Ultimo ma non ultimo, il risultato. Un aspetto molto interessante per i recruiter è l’obiettivo raggiunto che va descritto dettagliatamente, prendendosi il merito delle proprie azioni. Se il risultato è quantificabile numericamente, via libera a dati e cifre che dimostrino l’output concreto del proprio lavoro. Importantissima anche la cosiddetta lesson learnt. Cosa si è imparato? Cosa si poteva fare meglio? Cosa si ritiene di aver fatto bene? Essere capaci di analizzare il proprio operato è fondamentale per trarne insegnamenti utili per il futuro, facendo così tesoro delle proprie esperienze.