Giuristi d’impresa: il lavoro da remoto? Che fatica…

Quante volte abbiamo sentito dire, nei mesi scorsi, che da casa si lavora di più che in ufficio? Un’infinità… Ebbene, per i giuristi d’impresa italiani è vero. Ne parliamo nell’articolo di copertina che apre il numero 162 di MAG e che è frutto di un sondaggio condotto da inhousecommunity.it in collaborazione con l’Associazione Italiana dei Giuristi d’Impresa (AIGI).

Dai dati raccolti è possibile stimare un carico di lavoro extra che si traduce in 83 minuti al giorno per ciascun giurista operativo da casa. Un tempo aggiuntivo che solo in parte deriva dai mancati spostamenti casa-ufficio (stimati in 55 minuti giornalieri e dedicati principalmente al tempo libero) e che per il resto deriva da una sottrazione di momenti tradizionalmente dedicati ad attività personali.

Sarà per questo che, per il futuro, gli in house ritengono che la giusta misura di lavoro da remoto sia uno-due giorni a settimana e non di più? Oppure perché, sempre a loro avviso, lavorando da sedi diverse diminuisce l’interazione col proprio team e le altre funzioni aziendali?

Sarebbe interessante capirlo visto che nel dare un giudizio di valore all’home working la maggioranza dei giuristi ritiene che da remoto la produttività migliori e che il lavoro a distanza non abbia controindicazioni specifiche per il mestiere del general counsel.

Che ne pensate? Voi cosa avete risposto?

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