Fra ambiente e tecnologia: ecco come prende forma il futuro (legale) di Zurich

di alessio foderi

Lo scorso settembre Zurich ha nominato Katja Roth Pellanda nuovo Group General Counsel.  Proviene da Novartis ed è entrata in Zurich nel 2020 ricoprendo inizialmente il ruolo di Deputy Group General Counsel. Succede a Yannick Hausmann dopo 12 anni nel ruolo e con la sua nomina l’azienda punta a una vera trasformazione che, già dopo pochi mesi, ha preso forma. Dalla tecnologia all’ambiente passando dalla diversity, la visione di Pellanda è chiara. A MAG racconta i suoi progetti fra presente e futuro…

Lei è entrata in Zurich in un anno che ha cambiato la vita di tutti. Quali sono le principali implicazioni legali dell’attuale crisi del Covid-19?

La pandemia ha comportato alcune sfide immediate per noi e per i nostri clienti. Ad esempio, dovevamo garantire la protezione dei dati grazie al lavoro a distanza, gestire le controversie legate al Covid, così come adattare le nostre valutazioni legali a restrizioni e normative in continua evoluzione. Ma stiamo anche pianificando un mondo post-pandemia. La vita non tornerà come era nel 2019 e quindi è necessario trasformare il nostro lavoro e la nostra funzione legale. Gran parte della trasformazione cui stiamo assistendo è positiva, come l’introduzione di modelli di lavoro flessibili, una maggiore attenzione al benessere dei dipendenti e un maggiore utilizzo delle tecnologie digitali.

A tal proposito, quali sono le principali sfide che la sua squadra sta affrontando?

La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale sono due grandi aree di interesse. Queste nuove tecnologie offrono l’opportunità di ottimizzare la nostra funzione e i nostri ruoli legali. Ad esempio, stiamo sperimentando uno strumento di intelligenza artificiale per identificare nuove leggi e regolamenti nelle nostre giurisdizioni globali. Questa operazione viene attualmente eseguita manualmente ma, se fosse automatizzata, il nostro team potrebbe concentrarsi sugli aspetti più strategici dei nostri ruoli.

E, più nello specifico, cosa trova più interessante tra le attuali sfide nel settore assicurativo?

Condivido la missione di Zurich di proteggere le persone dai rischi e di creare un futuro migliore per tutti. Sono stimolata dai rapidi cambiamenti nel settore assicurativo guidati dalle tecnologie digitali e dalle aspettative dei clienti che sono in continua evoluzione. È entusiasmante vedere Zurich rispondere in modo proattivo con investimenti e innovazioni per fornire prodotti e servizi all’avanguardia in mercati nuovi e con modalità inedite.

Qual è invece il ruolo dei legali in ambito sostenibilità?

Le sfide ambientali, i disordini sociali e le crescenti esigenze dei clienti hanno spostato le aspettative del pubblico e amplificato l’importanza dei fattori ESG. C’è un consenso crescente sul fatto che le aziende debbano svolgere un ruolo più attivo nella risoluzione dei problemi della nostra società e del pianeta. Questa tendenza preesistente è accelerata dall’attuale recessione globale e dalla pandemia, ed è chiaro che i fattori ESG non sono un tema che riguarda solo i governi e la politica.

Non a caso lei ha creato un team legale ESG…

Esatto. Tengo molto alle tematiche ESG e, dopo la mia nomina a Group General Counsel di Zurich, ho creato un team legale ESG per gestire l’operatività quotidiana in questo ambito, ad esempio attraverso la gestione delle informazioni non finanziarie nella nostra reportistica, l’istituzione di una solida governance ESG o, ancora, la garanzia di adeguate strategie di due diligence ESG nelle nostre transazioni con terze parti. Ho inoltre creato un team di progetto globale per esaminare come la nostra funzione legale possa contribuire con le proprie iniziative all’obiettivo di Zurich di diventare una delle aziende più responsabili e di maggior impatto al mondo.

I rischi climatici sono una parte fondamentale del suo mandato?

I rischi climatici sono una priorità nella nostra agenda ESG. Esistono “rischi fisici” a breve e lungo termine, come un aumento della frequenza e della gravità di condizioni meteorologiche avverse o l’innalzamento del livello del mare. Esistono anche “rischi di transizione” legati alla trasformazione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Le aziende devono includere regolarmente queste considerazioni sui fattori climatici nei processi di gestione del rischio. In termini assicurativi, ciò significa che questi fattori devono essere considerati nelle decisioni di sottoscrizione e di investimento.

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Gennaro Di Vittorio

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