Innovazione e formazione sono le due necessità chiave per le aziende, i due elementi che possono rappresentare le strategie vincenti per affrontare il mercato e ridurre il rischio di esclusione occupazionale.
Lo rivela il sondaggio FondItalia 2018 – realizzato dal fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua, in collaborazione con ExpoTraining ed ExpoLavoro&Sicurezza e Fiera Milano – che ha coinvolto 1115 consulenti, imprenditori, esperti di comunicazione (54,39%), residenti centro-nord (78,26%), di ambo i sessi, con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (62,61%) e un titolo di studio elevato (laurea per il 59,65% dei partecipanti), provenienti soprattutto dal settore dei servizi (53,91%) sia rivolti alle imprese che alle persone.
Nello specifico, il 57,89% degli intervistati ritiene che innovare sia l’unica via per competere nel mercato del lavoro nazionale e internazionale e il 40,35% pensa che rappresenti una leva per aumentare produttività e fatturato. Il 6,14% crede che sia solo un modo per automatizzare il lavoro (6,14%) e ridurre il personale (6,14%). Mentre il 5,26% dichiara che l’innovazione possa costituire solo un costo per le imprese.
A fronte di questa grande fiducia verso l’innovazione, vista come una grande opportunità di crescita e permanenza nel mercato per le imprese, solo la metà degli intervistati dichiara che la propria azienda innova costantemente (37,39%) o almeno ogni anno (15,65%), mentre l’altra metà dichiara che nella propria azienda accade ogni 2/3 anni (per il 13,04%), ogni 5 anni (per il 5,22%), raramente (per il 21,74%) o addirittura mai (per il 6,96%).
Se innovare significa soprattutto realizzare azioni capaci di rendere più snelle ed efficienti le strutture organizzative e produttive delle imprese, l’80,17% dei partecipanti al sondaggio ritiene che tutto ciò può aumentare la necessità, per le risorse umane che vi lavorano, di incrementare le competenze tecniche e trasversali. Solo il 3,45% vive l’innovazione come una minaccia, capace di sostituire la componente umana con la tanto temuta robotica.
Innovare richiede, invece, che le persone abbiano maggiori e costanti opportunità di formazione (per il 70,18%), conoscano le lingue (per il 31,58) e possiedano competenze legate al web (per il 21,68%) cosicché possano anche essere a riparo da rischi di esclusione occupazionale.
Tra le competenze web individuate come più utili, il marketing digitale (per il 46,90%) e la gestione dei social (per il 15,04%). Ancora poca considerazione invece per l’e-commerce, visto come strategico solo dal 7,96% degli opinionisti.