Diversità e inclusione: BT premia gli studi più attenti, saranno riconfermati nel panel
Non si fermano le iniziative dei giuristi d’impresa per la promozione della diversità e inclusione (d&i) all’interno degli studi legali. British Telecom (BT) ha deciso di incentivare gli studi legali con cui lavora a fare attenzione al tema, inserendo tra i criteri di selezione per il panel di fornitori preferenziali appena rinnovato, la diversity & inclusion. Un aspetto che il colosso britannico delle telecomunicazioni ha deciso di iniziare a soppesare «per spingere le law firm a fare la cosa giusta», come dichiarato dal director of transformation Dave Hart a The Lawyer e che ha contribuito alla scelta di 15 fornitori, tra cui Allen & Overy, CMS e Osborne Clarke, contro i 40 della precedente selezione.
Gli studi del panel sono stati invitati a dimostrare la propria aderenza ai criteri stabiliti in una serie di dichiarazioni sulla d&i e agli impregni presi dalla società. Ma non finisce qui. BT infatti monitorerà nel prossimo triennio, che è il periodo di validità del panel, le iniziative messe in atto dalle insegne per diventare ancora più inclusive. Lo studio che in questo periodo di tempo dimostrerà di aver mantenuto gli equilibri migliori in termini di integrazione dei professionisti, verrà automaticamente riconfermato per i tre anni successivi.
Quella di BT è l’ultima di una serie di iniziative messe in atto dalla comunità in house per spingere gli studi legali a fare di più in tema di diversità. Nonostante gli sforzi compiuti dalle law firm negli ultimi anni, i livelli di inclusione raggiunti, soprattutto ai vertici delle strutture, non sono ancora abbastanza soddisfacenti. E le aziende, storicamente più attente alle politiche D&I, cercano di fare la loro parte, agendo sui panel. A febbraio scorso anche Novartis ha assegnato agli studi del proprio panel dei target di diversità, chiedendo quote orarie del 30% e del 20% rispettivamente per associate e partner appartenenti a minoranze, pena il taglio delle parcelle (ne abbiamo parlato con la general counsel della casa farmaceutica che ha studiato il provvedimento su MAG 137).
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