Caro vita, il 44% degli italiani vuole un aumento dello stipendio
Le aspettative dei lavoratori italiani riguardo all’aumento dei salari per il prossimo anno sono salite in maniera decisa, come rivela il rapporto “People at Work 2023: A Global Workforce View” dell’ADP® Research Institute. Secondo l’indagine, infatti circa la metà dei lavoratori italiani (44,3%) prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio pari al 6%.
Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%. Gli uomini affermano che la loro retribuzione è aumentata del 5,8% lo scorso anno, rispetto al 5,2% delle donne. Hanno ottenuto un aumento il 50% degli uomini e il 36% delle donne.
Tuttavia, le aspettative per l’anno in corso traggono giustificazione dai dati ISTAT, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti dell’8,1%[1], implicando quindi una riduzione dei salari reali.
A ciò si aggiunge il fatto che, secondo il 44% dei lavoratori italiani, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico.
Il report, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell’attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro.
Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe, commenta: “Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l’impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell’impennata delle bollette energetiche, dell’aumento degli affitti, dell’incremento dei tassi di interesse e dell’aumento delle spese alimentari. Anche se l’inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili”.
Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani prevede di ottenere un bonus e il 19% una promozione. In termini di aspettative, non ci sono forti differenze tra uomini e donne, mentre maggiore divario si ha se guardiamo alle priorità, dove lo stipendio occupa la prima posizione: come riporta lo studio, il 53% dei lavoratori italiani afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, di questi il 48% è uomo e ben il 58% è donna.
Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (54%) concernente il salario ricevuto, dove troviamo un maggiore scontento tra le donne (56%) rispetto agli uomini (52%), sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 45,6% degli italiani pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe, di questi il 43% è uomo e il 48% è donna.
“I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall’aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi” conclude Uribe.
I dati a livello globale
Nel mondo, più di otto lavoratori su dieci (83%) prevedono di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dal loro attuale datore di lavoro sia cambiando lavoro. In media, si aspettano un aumento dell’8,3%. Tuttavia, poco più di un terzo dei lavoratori (34%) si aspetta un aumento di stipendio del 10% o più e uno su 10 (10%) si aspetta più del 15%.
Tra i vari settori, i lavoratori dei settori servizi professionali e IT/telecomunicazioni si aspettano gli aumenti di stipendio più elevati per il prossimo anno (in media dell’8,7%), mentre il personale del settore ricreativo e dell’ospitalità prevede quelli più bassi (in media del 7,6%).
I risultati si inseriscono nel contesto dell’attuale crisi del costo della vita, in cui i lavoratori di molti Paesi dimostrano la volontà di intraprendere azioni sindacali per spingere i datori di lavoro a essere più generosi in materia di retribuzione e condizioni. Più di quattro lavoratori su 10 (44%) ritengono, infatti, di essere sottopagati per il loro lavoro.