Cambiare modello operativo, qualche (s)punto di partenza

Per massimizzare la trasformazione digitale le direzioni affari legali dovranno cambiare modello operativo. Sono tante le ricerche che di recente hanno reso evidente questa urgenza per gli uffici legali. Ultima in ordine cronologico la EY Global Survey.

Lo studio, che ha intervistato oltre mille giuristi d’impresa di tutto il mondo, mostra che le direzioni legal sono sotto pressione. Il lavoro continua ad aumentare e le risorse a disposizione sono sempre le stesse. E, anzi, il più delle volte bisogna anche fare di più con meno. Ben l’82% degli intervistati ha come obiettivo, nei prossimi due anni, la riduzione della spesa legale. Per rispondere a questo carico di lavoro crescente la survey rivela che il 33% delle direzioni ha esternalizzato gran parte del lavoro legale, il 41% ha invece dichiarato che prenderebbe in considerazione la possibilità di farlo.

Ma per quale modello operativo optare? Non esiste, chiaramente, una risposta univoca per tutti. Ma sicuramente ci sono dei punti di azione condivisi da cui eventualmente partire. Tra gli altri, gli esperti di EY, citano la tecnologia e un approccio multidisciplinare. Condivido la centralità di questi due elementi. L’approccio multidisciplinare serve ad affrontare, con gli stessi occhi, le diverse sfide che si pongono davanti alla direzione legale. La collaborazione coi fornitori di servizi legali, in tutto questo, sarà fondamentale. Più i team esterni saranno “integrati” a quelli interni più sarà facile per il l’ufficio legale dare all’azienda una consulenza più puntuale, veloce e con ampio spettro di azione. Venendo alla tecnologia credo sia di grande aiuto, soprattutto quella più semplice, nel ridurre i tempi di alcune attività. Senza dimenticare che una pietra miliare, quando si parla di risparmiare ore e ore, è la revisione dei processi.

 

Gennaro Di Vittorio

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