Assumere un ruolo executive? Vorrei ma non so se posso

Che molti general counsel (GC) sognino di lasciare la direzione affari legali per assumere un ruolo di leadership non è un mistero. Così come non lo è che poi sono in pochi quelli che riescono a trasformare in realtà un’ambizione diffusa. Le cause sul perché questo di fatto non accada possono essere diverse. E tra queste si aggiunge probabilmente una scarsa convinzione, ma forse anche consapevolezza e fiducia nelle proprie possibilità.

Questo mi sembra di leggere nell’esito di un recente report pubblicato da Gartner. La società di ricerca e consulenza ha condotto una survey sui GC rilevando che sebbene il 46% degli intervistati risponda di sì alla domanda se il proprio ruolo ideale in azienda sia quello di un executive, solo l’8% ammette di sentirsi in grado di ricoprire una carica dirigenziale. Un “vorrei, ma non so se posso” mi pare

Dalle interviste emerge che molti general counsel affermano di non soddisfare le aspettative dei dirigenti o di non supportare efficacemente i consigli di amministrazione. Meno della metà dei rispondenti dichiara di svolgere un ruolo significativo nell’identificazione e nella gestione delle problematiche emergenti, nel fornire supporto agli amministratori delegati, nella partecipazione a iniziative aziendali esecutive o nella definizione della strategia aziendale.

La definizione di efficacia per un GC fornita da Gartner nei questionari sottoposti è “raggiungimento di obiettivi personali, influenza sul ceo e contributo ai risultati aziendali”. Uno standard che solo uno su cinque ritiene di soddisfare.

I comportamenti che distinguono i general counsel che si considerano “efficaci” rispetto a quelli che non affermano di esserlo abbastanza sono la gestione del tempo e della comunicazione. I GC più efficaci evitano di impantanarsi nelle tecnicità legali e dedicano il 52% in più di tempo alla strategia e il 42% in più all’assistenza ai colleghi. Inoltre, parlano spesso con l’amministratore delegato e il consiglio di amministrazione rendendo evidente il valore del coinvolgimento del legal nelle decisioni aziendali.

Gartner riferisce che i general counsel sprecano tra un quarto e un terzo del proprio tempo in attività diverse ma non necessarie. Tra queste ad esempio: svolgere un lavoro che avrebbe dovuto fare qualcun altro, partecipare a riunioni in cui il loro coinvolgimento non era necessario o interrompere il programma di lavoro pianificato.

Se è una questione di gestione del tempo, comportamenti semplici possono fare la differenza. Come ad esempio rivedere le priorità e organizzare la propria agenda in base a quelle.

Se però è una questione di convinzione e orientamento verso un risultato, il lavoro da fare è un po’ più complesso…

Gennaro Di Vittorio

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