Artificial Intelligence startup: l’italia è penultima

L’Italia occupa la 19esima posizione nella classifica dei Top 20 Paesi al mondo per numero di startup nel settore dell’Intelligenza Artificiale.

La società di consulenza tedesca Roland Berger ha analizzato oltre 3400 startup appartenenti a 26 settori differenti. Secondo la ricerca Artificial Intelligence – A strategy for European startups, realizzata in collaborazione con Asgard, gli Stati Uniti, con 1.393 startup all’attivo, si collocano in vetta alla classifica seguiti da Cina con 383 startup e Israele con 362. Uk e Canada chiudono la cinquina rispettivamente con 245 e 131 startup.

Risultati meno positivi per l’Europa e  in particolare per l’Italia: per Roland Berger infatti la prima non sarebbe stata in grado di adottare soluzioni AI in settori chiave quali l’energia, l’automotive, le costruzioni, l’agricoltura e la pubblica amministrazione, mentre una delle cause delle 19esima posizione dell’Italia sarebbe da imputare all’assenza di una formazione adeguata.

Per invertire il trend negativo a livello europeo gli esperti della società tedesca hanno individuato tre strategie volte a creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di un ecosistema per le tecnologie AI: creare uno status europeo per le startup, che consentirebbe loro di beneficiare di programmi fiscali e sociali attraverso i quali facilitare l’accesso al mercato europeo nel suo insieme, l’individuazione e il coinvolgimento dei migliori talenti e l’attrazione di capitali internazionali; potenziare gli investimenti; promuovere l’Europa a destinazione elettiva per imprenditori e ricercatori stranieri.

“È evidente che nessun Paese in Europa abbia la necessaria massa critica in materia di Intelligenza Artificiale al contrario di Stati Uniti, Cina e Israele – commenta Andrea Marinoni, senior partner di Roland Berger -. Di certo non l’Italia, penultima nella graduatoria per numero di startup, ma nemmeno Francia e Germania, rispettivamente settima e ottava nel ranking mondiale. Gli Stati Uniti sono stati in grado di realizzare veri e propri ecosistemi intorno ai quali si è costruito in poco tempo un nuovo settore. L’Europa, pur avendo nel suo insieme una rilevante massa critica, non è ancora riuscita ad esprimere una visione organica delle tecnologie AI e guardando avanti dovrebbe dotarsi di campioni in grado di offrire alle imprese le migliori soluzioni”.

Gennaro Di Vittorio

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