Accenture vara il contract design

Prendete un contratto tradizionale e datelo a un non addetto ai lavori. Certamente sarà in grado di comprendere quello che c’è scritto, ma troverà ostici alcuni passaggi oltreché faticosa la lettura del testo integrale. Provate invece a dargli un contratto “smart” – e cioè un prodotto riscritto da legali e professionisti del marketing secondo i canoni del legal design (la disciplina che semplifica i contenuti legali rendendoli più chiari e comprensibili) – e vedrete che sicuramente saprà riconoscere molto più facilmente quali siano i suoi doveri e diritti.

È un esperimento questo, che la direzione legale di Accenture, guidata dal market unit legal director per Italia, Europa Centrale e Grecia (ICEG) Giovanni Frugiuele (nella foto, a destra) e dalla responsabile del contract management Francesca Bartorilla (nella foto, a sinistra), sta conducendo al momento sui cosiddetti clienti interni (partner e manager del business).

Le premesse 

«Una parte fondamentale del lavoro del contract manager, e più in generale del legale in azienda – racconta a MAG Frugiuele illustrando la premessa alla base del progetto smart contracts – è spiegare al business il contenuto dei contratti. Questo perché ogni accordo prevede una serie di obbligazioni che le persone che offrono i servizi ai clienti devono conoscere. Visto che la terminologia usata e l’interpretazione della documentazione non sono banali per chi non fa il legale di professione, stiamo provando a rendere i contratti più comprensibili ai colleghi: semplificandoli dai tecnicismi e utilizzando un linguaggio più simile a quello di chi fa business, più commerciale e pratico».

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Gennaro Di Vittorio

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