Bip e l’importanza di avere un general counsel
L’operazione più recente risale a qualche giorno fa, con l’acquisizione della britannica Riskcare. Per la società di consulenza Bip si tratta di una fase di espansione, soprattutto internazionale, e l’elenco dei deal dell’ultimo periodo è fitto. Ma se, nei titoli, cambiano i nomi delle società acquisite o con cui Bip ha stipulato partnership, un nome – tra i soggetti coinvolti lungo il percorso – è ricorrente: si tratta di Lodovico Bianchi Di Giulio (nella foto). L’avvocato, con esperienze in studio e in house, racconta il rapporto che lo lega alla società e al gruppo, fino all’attuale incarico di group general counsel: «È una storia professionale che va avanti da quasi venti anni. Una delle prime pratiche sulla mia scrivania, quando lavoravo in Allen & Overy, fu proprio quella di Bip. Il rapporto è poi proseguito sotto diverse vesti fino all’anno scorso, quando è stato confermato in maniera definitiva e, quindi, formalizzato».
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Cosa è cambiato?
La svolta è coincisa con l’ingresso di Cvc Capital Partners in Bip – circa un anno fa – e il relativo aggiornamento del piano di sviluppo. C’è dunque un tema progettuale: si è aperto un nuovo capitolo del percorso di crescita, con una serie di acquisizioni, alcune appena concluse, altre all’orizzonte, che hanno l’obiettivo, da un lato di aumentare la nostra “potenza di fuoco” in Italia, dall’altro di consolidare e rafforzare la nostra presenza internazionale. In questa nuova fase Bip non può prescindere da avere un’organizzazione solida, ben definita e articolata. Questo comprende anche una presenza, un supporto e una competenza di tipo legale ben strutturata.
Così si arriva al suo nuovo ruolo, non più esterno, ma integrato in azienda…
In verità c’è grande continuità nel rapporto tra me e la società. L’aver formalizzato “in house” la mia figura risponde all’esigenza di definire in maniera organica e stabile tutta la direzione legale. L’elemento più stimolante di questa nuova fase è il fatto di poter costruire un progetto e un team legale dalla sua fase embrionale. Ci sono aree che erano già presidiate, penso alle certificazioni e qualità, al Gdpr, ma anche proprietà intellettuale e assicurazioni, che non rientravano nella competenza della funzione legale e che ora sono state raggruppate sotto di essa.
E in termini di risorse?
Da tempo intendevamo consolidare la funzione legale. La “base” era costituita dalle risorse che già si occupavano di compliance, qualità e Gdpr. Così, abbiamo cominciato a inserire alcuni elementi, a partire dalla professionista che ha lavorato al mio fianco negli ultimi due anni e mezzo. Al momento, il team è composto da sei membri, ma l’obiettivo è crescere e arrivare a otto. Il tutto per dare maggiore solidità e competenza alla funzione legale, nell’ambito di un gruppo che punta a più che raddoppiare il proprio fatturato, aprire attività in almeno tre o quattro nuovi Paesi e a consolidarsi in mercati e geografie dove è già presente.
Quali sono le attività che state mettendo in campo in questa fase?
Vogliamo migliorare l’integrazione e l’interazione tra il business e il supporto legale. Questo è un tema che tutti i general counsel affrontano e che in alcune organizzazioni è già consolidato nella cultura aziendale. Anche in Bip vogliamo […]
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