Il futuro dei giuristi d’impresa è la compliance?

Parliamo spesso nei nostri articoli di MAG e inhousecommunity.it dei molteplici nuovi ruoli giuristi d’impresa hanno assunto negli ultimi anni. È accaduto per diverse ragioni. Anzitutto la regolamentazione che le aziende sono tenute a rispettare si è infittita, accrescendo le complessità legali di fare business. A questa poi si è aggiunta una rete di policy e regole interne che le organizzazioni stesse hanno iniziato a darsi. I legali hanno anche saputo farsi spazio in azienda, dimostrando valore, e così sono stati coinvolti in un numero maggiore di attività. Sono inoltre diventati fidati consulenti dell’amministratore delegato, che li considera sempre più spesso come “business enabler”. Poi è arrivato il Covid e ha aggiunto sul tavolo di chi non se occupava già tutta una serie di questioni legate alla gestione e alla sicurezza del personale.

Ne abbiamo parlato su MAG 175 ripercorrendo con Giuseppe Marletta, managing director di ACC Europe, i punti salienti della “Chief Legal Officer (CLO) Survey 2022” realizzata dall’associazione. Lo studio ha confermato i trend degli anni precedenti riguardanti la progressiva strategicità dei general counsel.

Osservando attentamente i dati, l’area legale che negli ultimi anni ha assunto un valore sempre più preponderante nelle aziende è la compliance. Nel documento appare più volte tra le maggiori priorità, preoccupazioni, obiettivi e azioni; sia per il management che per i chief legal officer. Lo sviluppo, all’interno delle organizzazioni, di una cultura basata su principi etici, di integrità e sostenibilità è destinato ad alimentare ulteriormente la centralità di questa funzione. Sarà pure un mestiere faticoso quello del giurista che segue la compliance, ma a lungo termine sembra garantire uno sbocco di carriera sempre più interessante. Avvocati in house, che non valga la pena farci un pensierino?

ilaria.iaquinta@lcpublishinggroup.it

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