General counsel: non chiamateli business partner

Una giornata per parlare dei giuristi d’impresa. Questo è stato l’Inhousecommunity Day del 9 luglio scorso, un appuntamento via web dal titolo “Il peso dell’in house counsel in azienda” organizzato da LC Publishing Group, AIGI e AIDP Lombardia con la collaborazione di Gatti Pavesi Bianchi.


Si è parlato, nel corso della giornata che ha visto l’alternarsi di autorevoli speaker, del ruolo del general counsel (gc) in azienda, evolutosi a una centralità tale da stare stretta nell’abusata locuzione “business partner”. I gc non si riconoscono più in questa definizione, che non dà oramai abbastanza evidenza della complessità di una funzione che viene interpellata sul 70-80% dei dossier aziendali. La direzione legale è oggi una linea di business trasversale fondamentale nella difesa e nella crescita dell’azienda: il capitano che interpreta le norme perché l’organizzazione possa navigare col vento in poppa. 

Perché il giurista d’impresa al timone della funzione legale dell’azienda possa essere incisivo deve avere una posizione in organigramma che gli consenta libertà d’azione. Il suo diretto riporto deve essere l’amministratore delegato a fianco al quale, nel caso delle multinazionali con sede estera, può essere aggiunta una linea funzionale che collega l’in house counsel al gc della casa madre.

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Gennaro Di Vittorio

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