Luiss business school: lo smart working piace ai lavoratori

Lo smart working che hanno dovuto attuare durante il lockdown è una delle principali eredità che i lavoratori sono disposti a raccogliere dalla pandemia.

Lo rileva una survey condotta dalla Luiss business school, di cui Il Sole 24 Ore riporta le principali evidenze, su 451 professionisti con un’età media di 36 anni, il 70% dei quali dipendenti o collaboratori.

I dati

Il 68% dei lavoratori intervistati ha lavorato in smart working per effetto del lockdown. Tra questi, l’82% dice che, superata la fase di emergenza Covid-19, è disponibile a lavorare in questa modalità per più giorni alla settimana. Il 14% dice invece di non essere disponibile a farlo.

Rispetto alla produttività, il 28% del campione ha riconosciuto di non aver mantenuto i livelli di produttività consueti, riuscendo solo parzialmente a svolgere le proprie attività da casa

Relativamente al work-life balance, il maggior tempo dedicato alla famiglia primeggia come beneficio più condiviso dell’esperienza di smart working. E il 69% del campione ritiene che lo smart working possa giocare un ruolo favorevole al rafforzamento delle pari opportunità.

 

Gennaro Di Vittorio

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