Valore D e MAAM: un figlio aumenta le competenze innovative dei genitori sul lavoro
MAAM e Valore D – rispettivamente il primo metodo formativo per le aziende che trasforma l’essere genitore in un vero e proprio master in competenze soft e la prima associazione di grandi imprese italiane creata per sostenere l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva nelle organizzazioni – hanno annunciato la nascita dell’Osservatorio Genitorialità una palestra di management, un gruppo di ricerca congiunto che, per primo al mondo, osserverà in che modo la pratica genitoriale influenza le capacità manageriali delle persone.
Valore D e MAAM presentano contestualmente i risultati del primo studio, che indaga l’intersezione tra la genitorialità e i comportamenti innovativi: Problem solving, Capacità di gestione del cambiamento e Comunicazione risultano essere le principali competenze dell’innovazione più allenate dalle mamme e dai papà intervistati e il 49% di questi dichiara che i figli sono lo stimolo principale da cui originano le loro azioni innovative.
Si tratta di un’analisi quantitativa e qualitativa elaborata sulle risposte di 3.396 neogenitori (madri e padri con età media di 38 e 39 anni), partecipanti al percorso formativo MAAM e dipendenti di 16 aziende che appartengono alla rete di Valore D (Accenture, Alleanza Assicurazioni, Alstom, Barilla, BCG, BIP, Coca-Cola HBC Italia, Crédit Agricole, Danone, Enel, ENI, Generali, Poste Italiane, SACE, UniCredit, Unipol). Il campione oggetto di studio ha figli di età compresa tra 0 e 3 anni, il 22% occupa posizioni manageriali e di questi il 46% sono donne e il 54% sono uomini.
Tenendo come riferimento documenti scientifici che indagano gli ambiti del comportamento innovativo, si riscontra che i genitori con figli piccoli possiedono gli stessi tratti degli innovatori, quali: il 44% dichiara di analizzare con più attenzione le situazioni per trovare soluzioni più efficaci, il 27% cerca soluzioni alternative con maggiore perseveranza (“mi adatto, improvviso, provo e riprovo”); il 64% riferisce un migliore, più veloce ed efficace problem solving.
La ricerca dimostra inoltre che diventare genitori aumenta la capacità di assumersi i rischi per il 38% dei genitori riconosce di saper sperimentare di più, improvvisare e seguire il proprio istinto. Il futuro non fa più paura: il 57% si considera più capace di immaginare il futuro, e il 29% crede nel futuro perché ritiene di saper intervenire per cambiarlo al meglio.
Crescere un figlio insegna ad amare l’errore. Il 47% dei genitori riconosce la portata formativa dell’errore: sbagliare fa parte della vita, e anziché punire l’errore, i genitori sanno valorizzarlo come occasione di apprendimento, miglioramento e scoperta di nuove prospettive.
Migliorano anche le competenze sociali, ovvero comunicazione, ascolto, collaborazione, empatia. Il 35% dei genitori dichiara di sentirsi in maggiore empatia verso gli altri, avere più fiducia e, in generale, di provare sentimenti positivi (calma, coraggio, gratitudine, soddisfazione). E ci si sente bene: il 38% ritiene di avere più energia e meno stress.
La ricerca a cura dell’Osservatorio Genitorialità, una palestra di management evidenzia l’opportunità per le aziende di valorizzare il proprio capitale umano attraverso l’introduzione di programmi in grado di guardare alla genitorialità come pratica di formazione delle soft skills: l’esperienza di vita vissuta dai genitori è infatti una palestra continua di sfide ed errori che migliora le capacità innovative, sia durante le attività quotidiane sia nella prospettiva di lungo termine, rivelandosi dunque un potenziale motore di competitività.