Smart working: per sette italiani su dieci il lavoro è flessibile
Avanza a ritmo serrato lo smart working in Italia. Per sette rispondenti italiani su dieci il lavoro flessibile è ormai la normalità. Più di un dipendente su due lavora in location diverse dalla sede aziendale per almeno metà della settimana lavorativa se non di più.
Lo rivelano i dati della Global Workspace Survey di IWG – società specializzata nella fornitura degli spazi di lavoro flessibile – i cui dati si riferiscono allo scorso gennaio 2019, raccolti da 15mila tra dipendenti e datori di lavoro in 80 Paesi.
Secondo i risultati della ricerca, inoltre, le aziende dell’86% dei rispondenti italiani hanno adottato specifiche politiche di flessibilità degli spazi di lavoro negli ultimi 10 anni o ne stanno attualmente pianificando l’adozione.
La flessibilità degli spazi di lavoro è divenuto anche un elemento cruciale della contrattazione. Le aziende che non hanno una politica specifica in materia rischiano di non essere competitive nell’attrarre e trattenere i migliori talenti.
In Italia l’86% dei lavoratori che ha risposto al sondaggio ha dichiarato di privilegiare un’offerta di lavoro che contempla la flessibilità rispetto a un’altra simile. Il 75% crede che la scelta dell’ambiente di lavoro sia un fattore chiave nella valutazione di nuove opportunità di carriera. Per un dipendente su tre infine poter scegliere il luogo da cui lavorare è più importante della disponibilità di un maggior quantitativo di ferie e permessi.
Il maggiore ostacolo all’implementazione di politiche per la flessibilità degli spazi di lavoro è, secondo il 73% degli italiani, cambiare la cultura organizzativa dell’impresa. Quasi la metà dei rispondenti (il 43%) crede invece che la più grande barriera sia la paura di come il lavoro flessibile impatterebbe sulla cultura aziendale nel complesso.
Le aziende italiane però non credono nel grande impatto del lavoro flessibile sulla qualità forza lavoro. Solo il 56% pensa che offrire modalità flessibili di lavoro sia utile per ampliare il bacino di potenziali talenti. Inoltre solo un lavoratore su quattro sarebbe disposto a rinunciare a un posto di lavoro che offra un ruolo di maggior prestigio per un altro che includa la flessibilità.
Il giusto equilibrio tra la vota e quella professionale è l’aspetto importante di un posto di lavoro che sia davvero moderno. Secondo sette dipendenti su dieci la flessibilità migliora il work-life balance, rende le persone più sane e felici, ma rende la forza lavoro anche più produttiva (avviene nel 76% delle aziende italiane intervistate).
Per quanto riguarda il futuro, più della metà dei lavoratori ritiene che il pendolarismo casa-ufficio diventerà obsoleto entro il 2030.
I vantaggi della flessibilità ci sono anche per le aziende. La metà di queste ha scelto il lavoro flessibile perché crede permetta di accelerare i tempi di ingresso in nuovi mercati a livello internazionale. Il ricorso a spazi di lavoro flessibile, inoltre, viene considerato fondamentale per le aziende per espandersi velocemente, per ridurre le spese di capitale e quelle operative, per mitigare i rischi aziendali e consolidare il proprio portafoglio.