Sorgenia contro il femminicidio: la campagna social e i dati
Sorgenia, società attiva nella distribuzione di energia, ha lanciato una campagna social contro la violenza sulle donne. “#Sempre25novembre” è il titolo e l’hashtag dell’iniziativa, con riferimento alla giornata mondiale di sensibilizzazione al tema.
La società, attraverso la campagna a cui hanno aderito molti personaggi famosi del mondo dello sport come Bebe Vio (foto), ha chiesto ai cittadini di pubblicare sui social una propria foto dove compaia il numero 25, per ogni selfie ricevuto Sorgenia si è impegnata a versare un euro nelle casse della onlus La Grande Casa, cooperativa che accompagna le donne nel percorso di uscita da situazioni di violenza.
I risultati della campagna
In poco più di un mese – si legge in una nota -, i post pubblicati hanno superato quota 12.000, le interazioni si sono attestate su oltre 1,1 milioni tra condivisioni, commenti e like. Il numero di impression raggiunto è superiore a 25 milioni. Instagram si è rivelato una potente cassa di risonanza per questo progetto in virtù del grande impatto visivo ed emotivo delle immagini pubblicate. Facebook ha invece messo in evidenza il grande entusiasmo con cui le donne hanno accolto l’iniziativa, sono loro infatti le artefici del 70% dell’engagement totale; il restante 30% evidenzia un fenomeno interessante: tra gli uomini, i più sensibili al tema sono i millennials. I giovani tra i 25 e i 34 anni, infatti, hanno mostrato maggior coinvolgimento e attenzione nei confronti della campagna.
Femminicidio: i dati
I femminicidi rappresentano il 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese, in crescita rispetto all’anno precedente, quando erano il 34,8%. Sono i dati del rapporto Eures, pubblicato a novembre 2018, che evidenziano che dal 2000 al 2018 sono 3.100 le donne uccise, più di 3 a settimana, in quasi tre casi su quattro (il 72%) la responsabilità è di un parente, di un partner o di un ex.
Nei primi dieci mesi del 2018 in Italia le vittime di femminicidio sono state 106, una ogni 72 ore. nel 79,2% si è trattato di delitti commessi tra le mura domestiche – i cosiddetti femminicidi familiari – (l’80,7% nei primi dieci mesi del 2017), il 70,2% delle donne uccise, ha perso la vita a causa di fidanzati, mariti o partner (il 65,2% nel periodo tra gennaio e ottobre 2017).
I femminicidi che si consumano all’interno della coppia si verificano più spesso all’interno delle coppie “unite” (52 vittime nel 2017, pari al 77,6% delle vittime di femminicidi di coppia) e in particolare quelle sposate e conviventi (32 vittime, pari al 47,8%), in cui, spiegano i ricercatori, “si generano i maggiori conflitti e le più forti patologie”. La maggior parte delle vittime lascia dei figli: il 67,2% nel 2015, il 51,4% nel 2016 e il 54,2% nel 2017.
Le donne uccise da ex partner rappresentano una minoranza (15 casi nel 2017, pari al 22,4%).
Secondo l’Eures molte denunce restano inascoltate. Oltre un terzo delle vittime di femminicidi di coppia ha subito nel passato ripetuti maltrattamenti: il 34,7% dei casi noti nel 2015, il 36,9% nel 2016 e il 38,9% nel 2017. Un dato su cui riflettere: nella maggioranza dei casi (il 57,1% nel 2017) tali violenze erano note a terze persone e nel 42,9% delle occasioni la donna aveva presentato regolare denuncia, senza evidentemente ricevere un’adeguata protezione.
Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane che spesso sfuggono ai conteggi: secondo i dati Istat sono quasi 7 milioni le donne che, nel corso della propria vita, hanno subito una qualche forma di abuso.