Willis Re: il Covid-19 alimenta i sinistri cyber 

L’86% dei professionisti nel settore ritiene che la frequenza degli attacchi cyber aumenterà a seguito del Covid-19, per il 54% sarà invece la severità degli attacchi a crescere. È quanto emerge dal sondaggio “Cyber Risk Outlook 2020”, condotto su circa 1.000 intervistati da Willis Re, divisione riassicurativa di Willis Towers Watson.

Gli intervistati, provenienti da 56 paesi, costituiscono un campione rappresentativo di esperti nella gestione ed analisi del rischio, sinistri, sottoscrizione, brokeraggio nonché nell’ambito legale legato al mondo cyber e ritengono che la causa della sinistralità sia da ripartire quasi uniformemente tra: violazione dei dati, attacchi ransomware e Business Interruption.

Circa il 32% degli intervistati ritiene che quest’ultima sia la vera fonte emergente di potenziale sinistralità (in aumento rispetto al 10% registrato prima del Covid-19), in quanto la consapevolezza di questa copertura è andata ad approfondirsi durante la pandemia. L’aumento previsto dei sinistri post-Covid-19 potrebbe essere il risultato dell’improvviso passaggio al telelavoro su scala mondiale, rendendo così molte aziende più vulnerabili dal punto di vista informatico.

In effetti, la previsione di un evento cyber di portata catastrofica, che possa generare richieste di risarcimenti pari o superiori 10 miliardi di dollari, è aumentata dopo la pandemia. Prima del coronavirus, solo il 13% degli intervistati lo riteneva possibile nell’arco di cinque anni. Oggi un terzo degli intervistati ritiene che un evento di tale portata potrebbe verificarsi entro i prossimi cinque anni.

 

 

Gennaro Di Vittorio

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