Violenza di genere, firmato un protocollo tra Polizia e pubblici esercizi
Intesa tra Polizia di Stato, Fipe-Confcommercio e il gruppo donne imprenditrici di Fipe per una sperimentazione in 20 città.
È stato firmato un protocollo d’intesa tra la direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, Fipe e il gruppo donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio. Gli organismi sono rappresentati, rispettivamente, dal prefetto Francesco Messina, dal presidente Lino Enrico Stoppani e dalla presidente Valentina Picca Bianchi.
Finalità del protocollo è quella di promuovere iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione, a livello territoriale, idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti alla violenza basata sul genere e agli strumenti di tutela delle vittime, comprese le misure di prevenzione del questore e i dispositivi di pronto intervento adottati dalla Polizia di Stato.
L’intesa è nata dalla comune esigenza di incrementare i livelli di sicurezza delle donne, individuando modalità nuove ed efficaci per diffondere la cultura di genere. L’operazione avviene nel solco già tracciato con la campagna della Polizia di Stato “Questo non è amore”, attiva dal 2016, raggiungendo in maniera sempre più capillare le donne non solo nella sfera privata ma anche nel luogo dell’attività lavorativa e nei luoghi pubblici.
Saranno sviluppate incisive modalità di diffusione della cultura di genere, promuovendola anche all’interno dei pubblici esercizi con iniziative rivolte sia al personale femminile che alle clienti, al fine di contribuire a incrementare i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi connessi a forme di violenza basata sul genere, così come definita dall’art. 3 della Convenzione di Istanbul del 201.
La programmazione di incontri, convegni formativi e divulgativi, iniziative di sensibilizzazione, fino al 2023 vedranno impegnati, gli imprenditori Fipe e la Polizia nella campagna #sicurezzaVera.
Dopo una prima fase sperimentale su 20 città verrà esteso il modello a tutti gli esercizi pubblici. Si tratta della più ampia rete di presidio territoriale di cultura, socialità e tradizione presenti in Italia. So tratta di un esercizio pubblico ogni 250 abitanti, un bar ogni 400 abitanti.