Verdicchio, parole d’ordine sostenibilità e digitalizzazione
di ilaria iaquinta
Sostenibilità e digitalizzazione. Sono queste, in estrema sintesi, le due parole chiave per i general counsel (GC) moderni, secondo il pensiero del senior vice president e chief legal officer di Pirelli Nicola Verdicchio (nella foto). Cavalcando l’onda di questi grandi temi, strettamente correlati tra loro, i giuristi d’impresa possono e devono ulteriormente allargare le proprie competenze in azienda, così da poter contruibuire attivamente alla creazione di valore per il business. Un valore che oggi non si misura più solo con le metriche economiche e i vantaggi offerti agli azionisti, ma anche allargando lo sguardo al contributo che le imprese possono dare alla società più in generale. Abbracciare e, anzi, favorire la digitalizzazione in azienda serve a efficientare i processi, ridurre i costi e velocizzare le attività di consulenza legale avvicinandole al ritmo serrato degli affari. Sono questi i temi della chiacchierata che la redazione di MAG ha fatto col professionista. Ecco cosa ci ha detto…
Il tema della sostenibilità è diventato sempre più centrale per i GC. Perché?
Credo che il nostro ruolo stia evolvendo e si stia concentrando sempre più non solo su ciò che è “legale”, ma anche su ciò che è “giusto”. La convergenza di questioni finanziarie, ambientali, sociali ed etiche per creare valore a lungo termine spinge le aziende a impegnarsi nella sostenibilità e sempre più i GC utilizzano questo tema per articolare la proposta di valore della direzione legale. Inoltre, il panorama commerciale, legale e sociale è cambiato. Concetti come governance, supervisione, responsabilità, tutela, compliance hanno assunto una maggiore centralità. E chiaramente molte questioni chiave che incidono sul processo decisionale strategico aziendale sono rientrate nel perimetro d’azione del GC, anche se non erano tradizionalmente “di sua proprietà”.
L’impegno verso una maggiore sostenibilità non è più un impegno solo per le persone fisiche, ma anche per le aziende…
Si sente spesso dire che lo scopo di un’azienda non deve più essere centrato unicamente sull’aumento di valore per gli azionisti, ma deve anche essere portato in una dimensione sociale. Questa consapevolezza, già radicata negli ultimi anni, è cresciuta enormemente nell’era Covid. I benefici della sostenibilità devono, tuttavia, essere legati alla performance dell’azienda. Forse sembrerò vecchio stile… ma a mio avviso non avrebbe senso parlare di sostenibilità se fosse percepita solo come costo o vincolo per l’azienda. Bisogna essere più sostenibili, ma questo deve anche tradursi in aumento dei profitti.
Questo in che modo può avvenire?
Tutti sanno che i profitti si ottengono anche, banalmente, riducendo i costi, grazie ad esempio all’efficienza energetica o alla riduzione dei rifiuti, ma questo obiettivo si raggiunge anche garantendo l’uguaglianza di genere e operando attraverso un teamworking a tutti i livelli … è risaputo che i lavoratori più felici sono anche più efficienti. Questo ovviamente è solo un punto di partenza.
Cos’altro serve allora?
La direzione legale non solo deve supportare il cambiamento – attraverso una corporate governance calibrata, l’attenzione alla filiera e l’uso di strumenti tecnologici per efficientare le attività quotidiane – ma deve essere il cambiamento. In un numero crescente di aziende, l’impegno del top management nella sostenibilità ha consentito al GC di andare oltre il suo ruolo tradizionale e di contribuire maggiormente al business, assumendo un impegno e una prospettiva più ampi.
Ci spiega meglio?
Il GC non è più chiamato “solo” a prevenire i rischi, massimizzare la tutela dell’azienda, gestire le problematiche e supportare il business. Oggi gli è richiesto anche di farsi portavoce dei valori di sostenibilità dell’azienda e generare valore, superare i confini, adottare comportamenti sostenibili con proattività, stabilire le priorità e massimizzare l’approccio alla risoluzione di problemi con tempi di risposta più rapidi.