Tutti i cambi di poltrona in house del 2023

Calano i passaggi aziendali ma aumentano le nomine rispetto al 2022. E il settore dell’energy continua a farla da padrone

di michela cannovale

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Diminuiscono, rispetto al 2022, i cambi di poltrona che hanno caratterizzato il mercato dei servizi legali in house nel 2023. Secondo le evidenze della rilevazione annuale di MAG basata sui dati raccolti da Inhousecommunity.it, infatti, sono stati 62 i legali che, entro fine novembre 2023, si sono spostati da un’azienda a un’altra dando il via a una nuova avventura lavorativa. Nel 2022 ne avevamo registrati 78, quasi il 26% in più. Il dato rimane tuttavia superiore agli anni precedenti e anche al periodo pre-Covid: nel 2021 i cambi erano stati 58, nel 2020 erano stati 46 e nel 2019, invece, 56.

Lo stesso non si può dire delle nomine (o promozioni) che hanno interessato i giuristi d’impresa, quest’anno nettamente in aumento rispetto al passato: il nostro osservatorio ne ha contate 55, contro le 32 del 2022, le 43 del 2021, le 29 del 2020 e le 39 del 2019.

Il dato non stupisce: nel corso dell’anno abbiamo già avuto modo di osservare che la volontà dei legali di muoversi da un’azienda all’altra risulta in calo se messa a confronto con il 2022. Nonostante l’offerta di lavoro rimanga alta, infatti, i candidati sono meno propensi allo spostamento. Come ci ha confermato anche Taylor Root, società di consulenza attiva a livello internazionale nel legal & compliance recruiting, le ragioni sono diverse: spostarsi significa abbandonare la comfort zone e mettersi in gioco in un nuovo ambiente in un momento storico in cui l’economica è instabile, mentre aumentano i tassi d’interesse, l’inflazione e il rischio di recessione. Ecco quindi che, se i candidati non si spostano, ai datori di lavoro non rimane altro che promuovere internamente i propri dipendenti.

Altro fattore che attira la nostra attenzione, ma non ci sorprende più di tanto: sono i sempre più numerosi giuristi d’impresa che diventano amministratori delegati. Lo vedremo nel capitolo dedicato alle nuove nomine, a riprova del fatto che il general counsel è una figura sempre più strategica per il business aziendale, e per questo sempre più inserita all’interno del management, tanto da diventarne naturalmente parte.

I RUOLI NEI CAMBI DI POLTRONA

Lasciamo un attimo da parte le nomine e focalizziamoci sui cambi di poltrona. Guardiamo nello specifico ai ruoli acquisiti da chi è passato ad una nuova azienda, che per comodità sono stati suddivisi come segue: innanzitutto le funzioni di chi occupa i vertici delle direzioni legali (e che hanno assunto titoli come general counsel, chief legal officer, responsabile legale e societario); poi i professionisti cui è stata affidata la responsabilità di una divisione interna all’ufficio legale e quelli che si occupano di compliance. Terminiamo con i counsel che stanno maturando esperienza all’interno del team.

Per quanto riguarda la categoria dei general counsel, sono 19 su 62 gli avvocati interni che nel 2023 si sono spostati da un’azienda all’altra acquisendo questo titolo. Si tratta di una percentuale del 30,6%, di quasi 15 punti inferiore al 2022 (quando i chief of legal erano stati 35 su 78) e addirittura 25 punti inferiore al 2021 (quando erano stati 32 su 58). Compaiono, fra i nuovi numeri uno di quest’anno, nomi come Francesco Puntillo, nuovo head of legal and corporate affairs di Enel, Paolo Quaini, che dirige la squadra legale di ITA Airways, e Francesca Secondari, passata in Prada (come vedremo in seguito, peraltro, tutti e tre provengono dal libero foro).

Quanto ai professionisti cui è stata affidata la responsabilità di una divisione interna all’ufficio legale, questi rappresentano il 32% del totale dei cambi registrati da Inhousecommunity.it (l’anno scorso erano il 16%). Ricordiamo, a questo proposito, casi come quello di Monica Giugliano, diventata direttrice legale e consessioni Infratel di Open Fiber dopo aver trascorso gli ultimi 7 anni in FNM, o quello di Luca Ciccocioppo, nuovo responsabile dell’area affari legali digital & special projects di Versace.

Spostiamo ora il nostro sguardo alla compliance. Ci sono, per esempio, Stefano Pantaleo, entrato in ITA Airways come head of compliance, Giulia Ebreo, che è diventata responsible corporate assistance & regulatory compliance di Saipem, oppure Francesco Martina, head of compliance & anti-money laundering di Banca Ifigest. Questa categoria meriterebbe forse un approfondimento a parte; al nostro lettore basti pensare, per il momento, che nel 2021 era stato deputato a questa funzione il 2% dei cambi di poltrona, percentuale che nel 2022 è schizzata al 20,5% fino a raggiungere quest’anno il 22,6%. L’acquisizione di ruoli che sempre più spesso riguardano la compliance è in fin dei conti uno specchio dei tempi che viviamo: i Paesi dell’Unione Europea sono sempre più collegati fra loro e, dunque, sempre più portati a mettere in atto le linee guida decise a livello corale da Bruxelles, dove a sua volta fa eco ciò che arriva dagli Stati Uniti per temi quali cambiamento climatico, attenzione all’ambiente, diversità e inclusione, molestie sessuali, lobbying o frodi fiscali. Questo fa sì che la compliance non sia più un’opzione per le aziende, ma una necessità – pena, peraltro, la degenerazione della propria immagine pubblica.

Passiamo infine ai movimenti avvenuti all’interno dei team legali (circa il 22,5% del totale quest’anno, contro il 9% dell’anno scorso). Si segnalano, a questo proposito, Federica Paolillo, che ha lasciato McDonald’s per entrare nella squadra legale di KFC Italia, o Lucrezia Raco, che ha abbandonato lo studio Legance per entrare nella squadra di Five-e guidata dalla group general counsel Valentina Mercati.

I SETTORI DI MAGGIOR DESTINAZIONE NEI CAMBI DI POLTRONA

Non sorprende che, esattamente come accaduto nel 2022, il settore che nel 2023 ha offerto più possibilità di movimento ai giuristi d’impresa sia ancora una volta quello dell’energy, con il 20,9% dei cambi. Anche questo, come nel caso della compliance, è uno specchio dei tempi attuali: le tensioni geopolitiche internazionali che hanno avuto un impatto sul comparto dell’elettricità e del gas, l’aumento dei prezzi delle materie prime, le conseguenze del cambiamento climatico, l’interesse crescente alla ricerca di fonti alternative di energia pulita.

Al comparto dell’energy fa seguito, con il 14,5% dei passaggi, quello farmaceutico, cui si affianca quello del banking & finance, che con il 12,9% dei cambi conquista il terzo gradino più alto del podio.

Al quarto posto si attesta invece il settore dedicato a infrastrutture, costruzioni e trasporti (con l’11,3% dei flussi).

Tutte le altre industry hanno interessato meno del 5% dei cambi ciascuna: i settori di consulenza e servizi, informatica ed elettronica e moda e lusso si posizionano tutti al 4,8%, seguiti da TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni) che perde smalto rispetto al 15% del 2022 e scende al 3,2%. In fondo alla classifica abbiamo invece eventi, assicurazioni, istituzioni pubbliche e food&beverage, tutti all’1,6%.

L’8% dei giuristi ha invece deciso non semplicemente di cambiare industry, ma di lasciare il mercato in house e di passare al libero foro. I loro nomi compaiono nella tabella che trovate su MAG.

I SETTORI DI PROVENIENZA

Per ciò che concerne la provenienza dei professionisti del mondo legale in house, il 51,6% dei cambi di poltrona è avvenuto all’interno della stessa industry, mentre il 48,4% dei giuristi ha cambiato settore in occasione del passaggio alla nuova azienda (nel 2022 queste stesse percentuali erano rispettivamente pari al 37% e 63%).

Tra coloro che si sono mossi all’interno dello stesso comparto citiamo i nomi di Bibianne Bon, diventata chief legal officer di Recordati dopo una precedente esperienza in Teva Pharmaceuticals, e di Anna Gasparin, che sempre nel settore pharma è transitata da Engie a Fidia Farmaceutici. Ma ci sono anche Daniela Provenzano, Giuseppe Sabbatini e Tommaso Cavalieri, rimasti tutti e tre nel banking & finance.

Tra i professionisti che hanno cambiato totalmente industry segnaliamo invece Alessandra Battaglia, che si occupava di legal advisory e affari normativi in Cassa Depositi e Prestiti e ad aprile 2023 è diventata general counsel di Fincantieri, o Anna Rosa Cosi, ex senior director e assistant general counsel EMEAI di Western Digital e oggi general counsel per l’Italia di Siemens. O, ancora, Massimiliano Caforio, ex deputy general counsel di Bolton, gruppo che opera prevalentemente nei settori alimentare e chimico, e da quest’anno global legal director della multinazionale Bolzoni, attiva nella produzione di attrezzature per carrelli elevatori e piattaforme elevatrici.

Sempre a proposito di provenienza, gli avvocati che quest’anno hanno lasciato il libero foro e sono passati al mercato legale in house sono 7 su 62 (l’11,3%, poco meno del 12,8% del 2022). Anche loro li trovate tutti elencati nella tabella che trovate su MAG.

NOMINE: RUOLI E CARATTERISTICHE

L’ultimo capitolo di questo approfondimento riguarda le nomine, ossia i cambi di ruolo e promozioni avvenuti all’interno della stessa direzione legale di un’azienda. Come abbiamo accennato all’inizio, la nostra redazione non ne ha mai osservate tante come nell’anno che si sta per concludere, complice il calo di volontà da parte dei giuristi di lasciare la propria zona di comfort a causa del delicato periodo economico in cui ci troviamo. Ne abbiamo contate in tutto 55, contro le 32 del 2022, le 43 del 2021, le 29 del 2020 e le 39 del 2019. Il 24,5% di queste ha riguardato promozioni al vertice delle squadre legali, come nel caso di Manuela Acler, diventata chief general counsel di Cassa Centrale Banca, Federica Amati, chief legal & compliance officer di Polo Strategico Nazionale, Silvia Bertini, chief legal officer di Industrie De Nora, o Federico Bonaiuto, general counsel di Leonardo.

Il 45% delle nomine ha riguardato promozioni a head of department, come per Laura Crudele, head of legal affairs commercial & staff di SEA Milan Airports, o Giorgio Tasca, head of group litigation Italy di Unicredit. Il 32% dei giuristi ha acquisito nuove responsabilità a livello internazionale (un esempio è Victoria Viñes, diventata international arbitrations head of department di Maire) e il 16% è stato promosso a ruoli di compliance (come Simone Genovese, chief compliance officer di Allianz Direct).

Degno di nota, come si sottolineava in apertura, è poi il fatto che sia sempre più frequente che il general counsel continui il proprio percorso di carriera diventando amministratore delegato o presidente dell’azienda di cui ha diretto le redini legali. È successo nell’11,3% delle nomine avvenute quest’anno, come dimostrano i casi di Paola Agrati, che da deputy general counsel è diventata ceo di ContourGlobal, o Andrea Di Paolo, promosso a general counsel di BAT Italia e president di BAT Trieste.

Si collega a questo il fatto che, pur non assumendo la carica di amministratore delegato, molti general counsel da quest’anno dirigono non solo la squadra legale, ma anche le risorse umane (come nel caso di Fortunato Costantino, head of HR, legal & corporate affairs di Q8 Italia), la comunicazione (come Francesco Giliotti, il cui titolo è particolarmente lungo: è chief legal, corporate affairs & compliance officer e group chief communication, external relations di Barilla) o il procurement (come Amedeo Gagliardi, chief legal, corporate affairs & procurement officer di Autostrade per l’Italia). La figura del general counsel, insomma, si sta trasformando insediandosi sempre più tra i vertici del business aziendale, e questi numeri ne sono una prova.

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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