Trenitalia vince al CdS sull’esclusione di un concorrente da un appalto: gli inhouse
Con sentenza n. 2922 del 12 aprile 2021, il Consiglio di Stato, in accoglimento dell’appello proposto da Trenitalia, ha respinto il ricorso proposto in primo grado dal concorrente escluso da una gara di appalto indetta da Trenitalia, poiché privo dei requisiti di affidabilità professionale ex art. 80, comma 5, lett. c-ter del Codice degli Appalti.
In particolare, Trenitalia ha dimostrato la legittimità del provvedimento di esclusione adottato per grave illecito professionale, essendo questo adeguatamente motivato in virtù del fatto che la precedente risoluzione contrattuale per inadempimento disposta dalla medesima stazione appaltante nei confronti del concorrente interessato, fosse tale da comprometterne la affidabilità e pregiudicare il vincolo fiduciario nei confronti di quest’ultimo.
Condividendo la tesi difensiva di Trenitalia e rendendo una decisione di indiscusso rilievo sul punto, il Consiglio di Stato ha quindi avuto modo di precisare non solo l’esatto contenuto della motivazione del provvedimento di esclusione nell’ipotesi in cui l’illecito professionale contestato sia frutto di un precedente inadempimento contrattuale, ma altresì i limiti del sindacato del giudice amministrativo sulla valutazione di affidabilità di un operatore economico, compiuta dalla stazione appaltante nell’esercizio della propria discrezionalità.
Trenitalia è stata difesa nel giudizio dal team legale interno composto da Domenico Galli (direttore affari legali, societari e compliance, nella foto), Vincenzo Garufi, Alessia Barbino, Michela Di Carmine e Giulia Minerva.
Lo studio Curtis Mallet-Prevost Colt & Mosle, con il partner Francesco Caccioppoli (nella foto) e l’associate Giuseppe Calamo.