Top Employers Institute: aziende sempre più attente al benessere dei dipendenti
Salute psicofisica e wellness sono tematiche sempre più al centro dell’attenzione nelle aziende più evolute.
Lo evidenzia una recente ricerca di Top Employers Institute (l’ente certificatore che valuta le eccellenze aziendali a livello HR in 1300 aziende in 115 Paesi di tutto il mondo, con un focus specifico sulle 90 aziende italiane certificate).
Nel 2018, il 77% delle aziende ha, al suo interno, un programma per il benessere ben definito (contro il 71% dell’anno scorso) e ben il 71% dei dipendenti sono formati in merito alle offerte disponibili, il 10% in più rispetto al 2017.
L’offerta è variegata, e comprende non solo agevolazioni e rimborsi per iscrizioni a palestre o centri fitness nel 58% delle aziende (+12% rispetto al 2017), ma anche strutture per il benessere interne all’azienda nel 51% (rispetto al 42% dell’anno scorso) e strutture sportive in sede nel 37% (contro il 29% di un anno fa) che permettono ai dipendenti di ottimizzare i tempi per accedere ad attività di ricreazione psico-fisica senza doversi spostare e in alcuni casi prevedono anche l’utilizzo delle aree verdi adiacenti all’azienda per percorsi di running.
Strettamente correlate ai programmi di fitness e attività sportiva sono anche le iniziative di benessere ad ampio raggio, che vanno a integrare i programmi di screening sanitario, presenti nel 78% delle aziende.
Molta attenzione è riservata alle postazioni di lavoro, con interventi e supporti ergonomici nell’89% dei casi, inoltre la tutela della salute passa anche dai programmi per la gestione dello stress nel 72% e per l’ottimizzazione della gestione del tempo nel 69%.
I programmi per aiutare a smettere di fumare sono presenti nel 22% e quelli di consulenza dietologica per affiancare chi vuole perdere peso nel 16%. Infine, nel 50% delle aziende sono presenti anche sportelli di consulenza personalizzata e nel 36% c’è a disposizione un consulente di fiducia.
L’investimento in benessere si rivela vincente anche da un punto di vista economico, perché si traduce in un abbattimento del tasso di assenteismo, che nelle aziende attente al fitness, si attesta sul 4%, ovvero la metà del tasso medio (8%) riscontrato nelle aziende italiane con oltre 250 dipendenti.