Terapia di coppia formato in house per salvare i rapporti con i consulenti esterni
Il rapporto tra i legali d’azienda e i consulenti esterni è spesso simile, soprattutto per quanto riguarda incomprensioni e bisticci, a un vero matrimonio. Così capita a molti in house di chiedersi se non sarebbe il caso, proprio come per le unioni che scricchiolano, di rivolgersi a un consulente matrimoniale.
Il consulente aziendale Timothy Corcoran ha infatti rivelato a Corporate Counsel di sentirsi spesso una specie di consulente matrimoniale per studi legali e dipartimenti in house. L’esperto ha però notato che spesso “le lamentele o, al contrario, i desideri degli in-house counsel sono gli stessi dei consulenti esterni”. Come a dire che dietro le incomprensioni si celano in realtà desideri e problemi simili che potrebbero essere risolti con un po’ di buona volontà.
Corcoran ha preparato alcuni consigli per migliorare la collaborazione senza dover ricorrere alla terapia di coppia.
1. Sfrutta ogni occasione per un confronto: “Una semplice conference call è sufficiente per riunire le due parti e favorire la condivisione di idee su un particolare argomento”, dice Corcoran.
2. Fare delle simulazioni: “Quando sono necessari cambiamenti o miglioramenti nella strategia che comportano anche conseguenze sul piano finanziario, sarebbe bene provare a prevederne gli effetti. Questo aiuta a condividere la responsabilità delle decisioni”.
3. Progettare insieme: “Perché non collaborare con un consulente esterno anche per la progettazione della richiesta di servizi?”. Secondo Corcoran, decidere insieme quali sono le proprie necessità e come valutare i progressi fatti, è la soluzione migliore per evitare incomprensioni e accorciare i tempi.