Stati Uniti, come la comunità in house sta reagendo alla morte di George Floyd
di Alessio Foderi
I disordini civili dopo la morte di George Floyd, un uomo di colore disarmato ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio 2020, cambiano nuovamente la forma di questo periodo di crisi anche per gli avvocati in house americani e non solo. Il suo omicidio è stato ripreso in un video visto da milioni di persone in tutto il mondo. In effetti, le proteste negli Stati Uniti – e in numerose parti del mondo – stanno facendo sì che le aziende rispondano a ciò che intendono fare in merito a diversità, inclusione ed equità. E, in particolare, a come affronteranno il problema del razzismo e dell’ingiustizia sociale sul luogo di lavoro.
Considerando che, negli Stati Uniti, la comunità nera viene colpita o uccisa a un ritmo allarmante dalle forze dell’ordine e da altre persone semplicemente a causa del colore della pelle, i giuristi d’impresa potrebbero svolgere un ruolo cruciale all’interno delle loro aziende. Per la maggior parte di essi è quindi tempo di prendere posizione come leader. Secondo la Diversity Scorecard del 2019 pubblicata da The American Lawyer, i partner di colore hanno visto la crescita più lenta dei numeri e la minima rappresentazione tra gli avvocati di colore. In altre parole, gli avvocati neri non hanno le stesse opportunità di carriera anche nel mondo legale. Ecco perché attualmente i neri si ribellano contro i loro continui maltrattamenti e la mancanza di possibilità anche lavorative.
Se le grandi aziende hanno immediatamente rilasciato dichiarazioni a sostegno dei loro dipendenti e clienti neri, altre hanno invece messo in atto diverse iniziative. Un esempio è Universal Music Group, in cui il CEO Lucian Grainge ha annunciato la nomina di Jeffrey Harleston, general counsel e evp per gli affari legali, a capo della task force sulla parità aziendale. Per raggiungere l’uguaglianza, il CEO nero e ex avvocato Bryan Parker, in un’intervista a Law.com, ha spiegato le azioni da intraprendere sia internamente che esternamente all’azienda come garantire che le iniziative di diversità e inclusione rimangano una priorità nonostante il Covid-19 e la necessità mettersi in gioco in prima persona.
Tiffany Renee Thomas, consulente senior in benefit e diritto del lavoro in Genentech, e Derrick Boston, amministratore delegato e general counsel di Virgin Orbit, hanno espresso le stesse opinioni durante il webinar Building Career Agility ospitato dal California Minority Counsel Program lo scorso 3 giugno. Inoltre, Brandon Williams, general counsel di World Group a Los Angeles, ha affermato durante l’incontro virtuale che come leader nero «non importa per quale azienda lavori, questo è il momento in cui non bisogna trattenersi. Bisogna dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità».
Il messaggio di ACC
«In quanto organizzazione che riunisce i giuristi d’impresa, facciamo affidamento e rispettiamo le leggi degli affari e del territorio, cercando di garantire equità e correttezza “per tutti”», scrive Veta T. Richardson, presidente e CEO di Acc in un messaggio. «Sfortunatamente, per troppo tempo, le persone di colore non hanno provato lo stesso senso di protezione e correttezza. In realtà, è vero il contrario, poiché molte comunità di colore hanno sopportato decenni di disparità e quell’esperienza ha portato alla sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine e del sistema legale», continua.
Per questo, Acc – che supporta la diversità in tutte le sue forme – offre anche “Premi Pro Bono Jumpstart Fund” ai membri che si impegnano per la parità nell’accesso ai servizi legali pro bono. «Acc si unisce ai leader delle comunità in house e legali di tutto il mondo per affermare con una sola voce che l’ingiustizia e la disuguaglianza sociale non possono e non devono essere tollerate», dice ancora T. Richardson, sottolineando il loro impegno «a identificare le azioni che ciascuno di noi può intraprendere per contribuire a fare la differenza all’interno delle nostre comunità».