Umberto Baldi

Snam, la decisione del Tar su Piombino e l’effetto Nimby

Il general counsel del gruppo: «La lezione più significativa? L’importanza del lavoro di squadra»

di michela cannovale

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La vicenda del rigassificatore di Piombino è stata a lungo al centro della cronaca italiana. Il progetto, autorizzato a seguito dell’emergenza energetica emersa per la guerra in Ucraina, prevede di installare nel porto di Piombino la nave Golar Tundra, acquistata nel giugno 2022 da Snam, lunga 300 metri e larga 40, che fungerà da impianto di rigassificazione per la trasformazione del combustibile dallo stato liquido a quello gassoso, immettendo fino a cinque miliardi di metri cubi di gas all’anno e contribuendo così al 6,5% del fabbisogno nazionale.

GOLAR TUNDRA, LA NAVE RIGASSIFICATRICE A PIOMBINO

Il progetto ha tuttavia sollevato diverse manifestazioni da parte del Comune di Piombino, che nel 2022 ha espresso il suo no alla realizzazione del rigassificatore in quanto la struttura potrebbe mettere a rischio aree considerate di pregio, come il sito Padule Orti-Bottagone, classificato come Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea.

Contrario al ricorso del Comune il Tar del Lazio, che a fine gennaio 2024 ha respinto le obiezioni con una sentenza a favore del Commissario Straordinario, della Regione Toscana e di Snam.

«I giudici hanno confermato la piena legittimità di tutte le decisioni e i comportamenti delle autorità competenti e di Snam», recitava il comunicato stampa emesso da Snam subito dopo la sentenza. MAG ha raggiunto il general counsel del gruppo, Umberto Baldi, che con il suo team in house ha curato i profili legali del caso del rigassificatore facendosi affiancare dal collegio difensivo formato dagli avvocati Giuseppe Morbidelli e Roberto Righi (Studio Morbidelli), Giulio Napolitano (Chiomenti), Paolo Clarizia, Mario Pagliarulo e Andrea Bonanni (Clarizia Associati) e Fabio Todarello, Federico Novelli e Riccardo Rogliani (Todarello & Partners). Insieme abbiamo tracciato i punti salienti della operazione Piombino.

GOLAR TUNDRA A PIOMBINO

Avvocato Baldi, riavvolgiamo il nastro. Quando ha inizio la vicenda del rigassificatore?

Dal punto di vista giudiziario, la vicenda è cominciata a fine novembre 2022, quando il Comune di Piombino ha notificato a 36 soggetti (tra parti resistenti e controinteressati) un ricorso per l’annullamento, previa sospensione cautelare, dell’ordinanza con cui il Commissario Straordinario di Governo aveva rilasciato l’Autorizzazione Unica per la realizzazione dell’opera denominata “FSRU Piombino”, comprendente il rigassificatore galleggiante, le infrastrutture connesse e il relativo collegamento alla rete nazionale di gasdotti.

Chi erano i resistenti e chi i controinteressati?

I resistenti comprendevano tra gli altri la Regione Toscana, il Commissario Straordinario di Governo, il MASE, il Ministero dell’Interno, il MIT, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra i controinteressati erano incuse le società del gruppo Snam coinvolte nel progetto. Inoltre, nel procedimento sono intervenuti ad audiuvandum il sindacato USB e le associazioni Greenpeace Italia e WWF Italia. 

Come mai la vicenda è durata così a lungo?

La durata del giudizio è stata determinata anche dal suo iter processuale, poiché il ricorrente ha notificato ulteriori ricorsi per motivi aggiunti – per un totale di sei ricorsi aggiuntivi, l’ultimo dei quali notificato a fine settembre 2023 – impugnando gli atti che in processo di tempo venivano emanati dalle competenti autorità nel corso della realizzazione dell’opera. L’udienza di discussione si è quindi tenuta il 20 dicembre 2023 e la sentenza del Tar del Lazio è stata pubblicata il 23 gennaio 2024.

Che cosa, di questa sentenza, la rende maggiormente orgoglioso?

Innanzitutto, visto che il gruppo Snam è stato coinvolto nel contenzioso come controinteressato, tutta una serie di contestazioni formulate dal ricorrente non erano dirette a noi. Tanto premesso, abbiamo apprezzato la chiarezza e l’analiticità della decisione del Tar: una sentenza di oltre duecento pagine testimonia l’estrema attenzione con cui il giudice ha trattato l’argomento. Siamo sempre stati convinti della correttezza del nostro operato e del pieno rispetto delle procedure definite. Siamo quindi lieti di poter andare avanti con la gestione di un’infrastruttura strategica per il Paese.

Quali sono stati i momenti più complicati del processo per il team interno di Snam?

È difficile isolare un momento: l’intero procedimento è stato particolarmente complesso. I sette ricorsi (quello iniziale più i sei ricorsi per motivi aggiunti) hanno sviluppato oltre 90 motivi di ricorso in totale. Organizzare tutte le adeguate analisi tecniche e legali, e predisporre le relative risposte, è stato davvero impegnativo e ha richiesto il coinvolgimento di numerosi colleghi interni ed esterni.

A questo proposito, qual è stata la lezione più significativa emersa collaborando con i consulenti esterni?

A mio avviso, è stata la conferma dell’importanza del lavoro di squadra e dell’efficacia organizzativa. Per affrontare questioni complesse è necessario coinvolgere più esperti, che portano le loro diverse competenze ed esperienze specialistiche; e per ricondurre tutti gli elementi in una narrazione organica e sintetica, come richiesto dalle norme processuali, è necessario un significativo lavoro di coordinamento, in cui i legali sia esterni che interni agiscano con spirito di collaborazione. E, in questo caso, è effettivamente avvenuto. 

Parliamo di effetto Nimby (Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”, ndr). Nello specifico, dato il contesto geopolitico e climatico attuale, sono tutti d’accordo che una transizione energetica sia necessaria. Eppure, nessuno, quando si tratta per esempio di rigassificatori, li vuole a casa propria…

Il fenomeno Nimby è diffuso in tutto il mondo: come cittadini saremmo anche d’accordo con la soluzione di un problema ma non siamo disposti ad ospitare la soluzione a casa nostra. D’altro canto, è del tutto normale che una comunità si preoccupi degli impatti ambientali delle opere che interessano il proprio territorio. Le tutele procedurali, come ad esempio le conferenze dei servizi, esistono proprio per dare voce a tutti gli enti impattati. E le tutele giudiziarie esistono per verificare che tutti i soggetti coinvolti operino nel rispetto delle regole applicabili. Discutere, obiettare, convincere, così come agire in giudizio, sono tutte manifestazioni di un modo democratico di formazione e verifica delle decisioni. 

In che modo la direzione legale interna può accompagnare il management aziendale quando si presentano situazioni Nimby come quella di Piombino?

In questo contesto, il ruolo della direzione legale è quello di aiutare il management a dimostrare che la propria azienda ha rispettato le regole e ha adempiuto alle eventuali condizioni imposte, in modo da contribuire alla costruzione di un consenso partecipato alle opere necessarie allo sviluppo economico di una comunità. Il general counsel, nello specifico, ha l’onere di identificare i consulenti interni ed esterni più idonei a sviluppare gli argomenti rilevanti e organizzare il relativo work flow. E, per farlo al meglio, è sicuramente utile un’approfondita conoscenza sia dell’opera in oggetto che del mercato legale di riferimento.

Non è detto che tutti sappiano esattamente che cos’è un rigassificatore e quali sono i suoi benefici e rischi. La direzione legale ha un ruolo anche nella scelta del tipo di comunicazione utilizzata per raccontare alle comunità locali come funzionano gli impianti per la transizione energetica? Alla naturale preoccupazione per gli impatti di un’opera complessa o nuova, cui accennavo prima, è doveroso rispondere spiegandone i dettagli e il funzionamento, chiarendone i benefici e gli eventuali rischi – che possono essere anche notevolmente inferiori a quelli percepiti – e le misure adottate per eliminarli o mitigarli. Sì, dunque: nell’elaborazione di una strategia di comunicazione, la direzione legale è al fianco delle funzioni aziendali preposte per verificare accuratezza e correttezza delle informazioni fornite. Certamente, e scusatemi se dico una cosa ovvia, un dialogo è efficace nella misura in cui […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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