Il secondment sotto la lente

Legali in prestito. Sono questo i secondee, avvocati d’affari inviati per un periodo più o meno lungo in azienda, a dar man forte ai team legali interni. Risorse che diventano “quasi-dipendenti” del cliente, supportandolo nell’ordinaria amministrazione dell’ufficio legale, generalmente nei momenti di picco di lavoro.

Se gli in house (generalmente) sono grandi sostenitori del secondment, gli studi legali lo vivono (in molti casi) come un fenomeno controverso. Distaccare un professionista destinandolo in toto a un solo cliente implica un dispendio di risorse non da poco. Ma è anche vero che può comportare una serie di­­ vantaggi in termini di sviluppo del business e assegnazione di nuovi mandati.

Per mappare questo fenomeno di mercato, inhousecommunity.it ha condotto un’indagine ad hoc su un campione pari al 26% degli studi inclusi nell’ultima edizione della Best50 dei fatturati (si veda il numero 121 di MAG).

Risorse

Secondo il 69% dei rispondenti le richieste di secondment sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni. Ad ogni modo, si tratta di un servizio che numericamente ha uno scarso impatto sull’organico delle realtà che hanno partecipato all’indagine, che in media contano ben oltre un centinaio di avvocati, coinvolgendo mediamente cinque risorse. Nella maggior parte dei casi (70%) si tratta di professionisti di seniority media, cioè di associate e meno frequentemente di giovani praticanti (18%) o senior associate (12%). Nel campione preso in esame, chi ha più esperienza, e quindi è inquadrato come counsel o of counsel, non viene coinvolto in questi progetti di distaccamento temporaneo.

La brevità dei progetti di secondment è una costante che accomuna gli studi. Stando ai dati raccolti, i tempi di permanenza in house delle risorse non superano praticamente mai i dodici mesi. Nel 79% delle circostanze sono pari o poco inferiori a un anno e nel 21% a­ sei mesi circa.

Un punto delicato è quello che riguarda il rischio che gli studi corrono di perdere il collaboratore a vantaggio dell’azienda ospitante. Al termine del periodo di lavoro in azienda, infatti, quasi due avvocati su cinque (il 37%) vengono assunti e restano in pianta stabile dal cliente.

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Gennaro Di Vittorio

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