Se gli studi parlano e gli in house non riescono a capire

Una lamentela comune a molti dipartimenti in house riguardo ai grandi studi legali è che gestiscono in modo disorganizzato (e quindi non gestiscono) la comunicazione verso il cliente. L’ultima critica – come scrive Corporate Counsel – arriva da Michael Rynowecer, presidente di BTI Consulting Group.

Il sogno di tutti i dipartimenti legali in house – rivela Rynowecer – è quello di ricevere un flusso di informazioni riguardo al lavoro che lo studio sta svolgendo per loro che sia prima di tutto costante e che provenga sempre dalle stesse persone. In realtà, molto spesso, la comunicazione tra consulente esterno e dipartimento legale viene gestita in maniera confusa, sia dal punto dei vista dei tempi che dei modi. Questo si traduce in interlocutori ogni volta diversi e nella mancanza di appuntamenti fissi. “Il risultato – prosegue Rynowecer – è che negli in house si crea l’impressione che lo studio legale non stia davvero prestando attenzione al proprio cliente”. 

Come rimediare? Secondo il presidente di BTI Consulting Group la prima cosa da fare è incontrarsi di persona. Se infatti il general counsel si accorge che lo studio manifesta questa tendenza dovrebbe chiedere subito un incontro per chiarire che cosa si aspetta dal suo consulente esterno. Dall’altro lato, lo studio legale dovrebbe lavorare per coinvolgere tutto il personale, collaboratori compresi, in un’attività di informazione e sensibilizzazione riguardo al corretto modo di gestire la comunicazione con i propri clienti.

 

 

Gennaro Di Vittorio

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