Rule of Women: l’iniziativa di CBA
Il lockdown non ha fermato l’attenzione ai temi diversity & inclusion negli studi legali. In particolare, proprio durante la fase 1 dell’emergenza sanitaria Covid-19 un gruppo di professioniste dello studio CBA, coinvolgendo l’insegna e anche altre law firm di giurisdizioni diverse, ha avviato il progetto “Rule of Women”. Un’iniziativa pensata per discutere, seppur virtualmente, di diversità e inclusione, ma anche di temi più ampi, come l’innovazione e la responsabilità sociale degli studi professionali.
«Il nome lo abbiamo scelto partendo da Rule of Law, lo stato di diritto, il principio costituzionale di derivazione britannica che afferma la parità di ogni persona di fronte alla legge. Pensiamo che le donne, le professioniste, insieme, possano agire ed essere rilevanti in questa direzione – racconta a MAG Milena Prisco counsel –. A marzo era previsto un evento con alcune colleghe straniere e non potendo incontrarci di persona, abbiamo pensato fosse il momento giusto per fare squadra e trovarci a un tavolo virtuale. Sapevamo che mettendoci insieme, condividendo esperienze e tecniche di resilienza ne saremmo uscite più forti, come persone, come professioniste e come studi».
L’obiettivo del team di lavoro «è la condivisione dell’esperienza e la sua sintesi in nuovi valori. Il calendario è di 8 incontri, nei quali trattiamo dalla diversity & inclusion, al work-life balance, al design thinking, dalla sostenibilità alla leadership fino all’age diversity. Ogni incontro genera uno statement. L’output sarà un Manifesto con impegni e azioni per rendere concrete e condivise le 8 regole di Rule of Women – spiega Margherita Glisenti, del team di Tax e nel comitato Millenials di CBA – . Ci rendiamo conto di quanto ci sia ancora da fare per portare a fattore comune negli studi, con clienti e fornitori, valori fondamentali spesso dati per scontati, o ignorati. Vorremmo adottare policy chiare su D&I e per la valorizzazione del talento dei giovani. Stiamo pensando a percorsi di formazione interna e alla partecipazione ad associazioni già attive sui temi al centro del nostro dibattito. Dobbiamo essere testimoni attive del cambiamento, guidarlo e farlo anche oltre confine, con le colleghe di altri studi».
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