Roland Berger: gender balance ancora lontano
Questi gli interrogativi di partenza dello studio “Women’s leadership in digital times” a firma Roland Berger. Sotto esame nello studio le disuguaglianze di genere in quattro Paesi: Francia, Germania, Stati Uniti e Cina. E il rapporto tra gender balance e digitalizzazione.
Il “soffitto di vetro” che impedisce alle donne di scalare le gerarchie professionali sembra finalmente incrinarsi ma è lontano dal rompersi del tutto. La rappresentanza femminile nelle posizioni di leadership e di alta responsabilità è molto inferiore rispetto a quella maschile. In Francia le quote rosa all’interno dei cda tra il 2010 e il 2016 è passata dal 12% al 37%, mentre in Germania ha toccato quota 27%, partendo dal 13%. Negli Usa la crescita è più lenta: dal 12% al 16%. Sostanzialmente invariato il dato cinese: passiamo dall’8% al 9%. Le donne detengono invece il primato dei lavori precari caratterizzati da flessibilità eccessiva. In Cina il fenomeno raggiunge il 36% del totale delle donne lavoratrici, contro il 7% dei lavoratori uomini. Negli Stati Uniti i contratti part-time per le donne sono il doppio rispetto a quelli degli uomini. Rapporto che sale fino a 3 volte in Francia e a 4 in Germania. La maggior parte delle sfide nella conquista di ruoli di leadership non sono da attribuirsi a problematiche legate alla sfera professionale. Gli esperti di Roland Berger sottolineano infatti il peso del “gender-differentiated work-life balance”: per le donne l’organizzazione domestica e familiare si ripercuote sulla vita lavorativa più che per gli uomini, ed è proprio questo sovraccarico a interferire sulla loro crescita professionale.