Randstad: il Covid ha cambiato le condizioni di lavoro del 49% degli italiani

La pandemia di Covid-19 ha cambiato concretamente le condizioni di lavoro di un italiano su due (il 49%): tra chi ha perso il lavoro (19%), chi ha lavorato meno (14%), chi di più (7%) e chi è stato messo in cassa integrazione (4%).

E’ uno dei dati che emerge dal Randstad Employer Brand 2021, survey condotta da Randstad su oltre 190mila persone e 6500 aziende in 34 Paesi del mondo, che mira a misurare l’attrattività delle aziende da parte dei lavoratori. Quest’anno, il datore di lavoro “ideale” per gli italiani è risultato essere Ferrari, con il 74,3% delle preferenze; più in generale, i settori media, automotive e dei servizi di spedizione sono quelli più ambiti.

Ma la ricerca offre soprattutto molti dati interessanti sul rapporto tra gli italiani e il mondo del lavoro, quest’anno inciso in maniera determinante dalla pandemia. Ben un italiano su cinque, infatti, (il 21%) conta di cambiare lavoro entro i prossimi 6 mesi. Ad orientare la ricerca di un nuovo impiego (svolta principalmente attraverso contatti personali, agenzie per il lavoro o LinkedIn) sono principalmente: la possibilità di un miglior work-life balance (priorità per il 66% degli intervistati, e in particolari per i professionisti più senior), una più piacevole atmosfera di lavoro (64% delle preferenze, raccolte soprattutto tra i più giovani) e migliore retribuzione e/o benefit (61%).

Tra i fattori che orienteranno questa scelta non manca la possibilità di lavorare da remoto (39% delle preferenze). Dopotutto, emerge che il 51% dei professionisti che hanno continuato a lavorare lo scorso anno lo ha fatto da remoto, di cui il 18% in via esclusiva. Del restante 49% degli intervistati, il 23% non ha lavorato da remoto perchè la sua attività non lo permetteva; il 2% perchè a impedirlo è stata una decisione del datore di lavoro.

In effetti, il modo in cui i datori di lavoro hanno gestito l’emergenza Covid ha influenzato pesantemente la fidelizzazione dei lavoratori: il 50% dei dipendenti dice di sentirsi più fedele al proprio datore di lavoro, e solo l’11% meno fedele. Il 41% dei dipendenti, infine, non teme di perdere il lavoro nei prossimi mesi, a fronte di un considerevole 30% che crede che ciò avverrà nel 2021.

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