Plenitude chiama. Il legal team rilancia sugli standard Esg

Quattro anni dopo la prima iniziativa, la direzione legale guidata da Pietro Galizzi torna a chiedere impegni concreti agli studi legali in tema di sostenibilità, introducendo l’accreditamento sulla piattaforma Open-es come nuovo criterio di selezione nei beauty contest. L’esperimento potrebbe fare scuola

di michela cannovale

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La prima volta era successo a marzo 2021: Pietro Galizzi, head of legal, regulatory and compliance affairs di Plenitude (allora Eni gas e luce) aveva sorpreso il mercato legale con una lettera agli studi partner in cui, per conto del team da lui coordinato, sollecitava al rispetto di impegni concreti in materia di responsabilità sociale d’impresa, come l’incoraggiamento del contributo delle minoranze, la presenza di almeno il 30% del genere meno rappresentato nei team di lavoro o la previsione di criteri remunerativi e percorsi di crescita identici per uomini e donne.

Quattro anni dopo, ad aprile 2025, una nuova comunicazione firmata da Galizzi, dalle avvocate Giorgia Mancuso e Roberta Pantaleoni e dalla dottoressa Sabrina Semeraro, parte della sua squadra, è stata spedita a 130 studi italiani e stranieri, facendo riferimento agli stessi desiderata reclamati in passato. “È sempre più necessario che tutte le organizzazioni, e chi collabori con loro, accettino di mettersi alla prova, misurando i risultati raggiunti e individuando spazi di miglioramento”, si legge nella lettera, che rinnova le richieste del 2021 aggiungendo però un “ulteriore sforzo” per gli studi: l’accreditamento sulla piattaforma di misurazione Esg Open-es.

«Non è altro che la prosecuzione naturale di un percorso iniziato quattro anni fa», ha spiegato Galizzi, interpellato da MAG insieme al resto del team. «L’obiettivo è avviare una nuova fase di collaborazione con le società di consulenza e gli studi legali, rendendo concreti gli impegni avviati allora attraverso un metodo di rating per il miglioramento continuo in ambito Esg».

L’iniziativa riflette l’evoluzione di Plenitude, diventata nel frattempo Società Benefit. E lancia un messaggio eloquente all’intero settore legale: la sostenibilità rimane un elemento rilevante, tanto da influenzare la selezione dei consulenti. «È così: ci teniamo a dare concretezza alla nostra qualifica di Società Benefit, ma sappiamo anche che il percorso verso i target Esg è ancora lungo. Motivo per cui intendiamo coinvolgere i partner esterni in questo percorso», ha fatto presente Mancuso.

Open-es come strumento di misurazione, valutazione e selezione

Rispetto a quella del 2021, la novità principale della lettera del 2025 è l’invito agli studi ad accreditarsi su Open-es, “una piattaforma aperta a tutti, dove ogni organizzazione può registrarsi gratuitamente e misurare le proprie performance in materia Esg, confrontarle con quelle di soggetti attivi nello stesso settore e, volendo, condividerle (con clienti, banche, partner e altri)”, si legge nella nota, che precisa: “Intendiamo dedicare particolare attenzione e considerazione agli studi e consulenti che si registreranno su Open-es […] affinché siano esplicitati gli indicatori” relativi a tematiche come, per esempio, “statistiche che testimonino la diversity o, più in generale, l’impegno e le attività realizzate nei vari settori di intervento sostenibile”.

«Vista l’importanza di Plenitude e la sua presenza sul mercato – ha sottolineato Pantaleoni –, in qualità di giuristi in house vogliamo che le nostre richieste impattino non solo sui fornitori di prodotti e servizi, come avviene allo stato attuale, ma anche sugli studi legali».

Il funzionamento del sistema di valutazione è semplice: lo studio si registra sulla piattaforma, compila un questionario, et voilà, ottiene un punteggio in base alle risposte fornite in ambito Esg. Il formulario è strutturato in modo da tenere conto delle diverse dimensioni degli studi, con la possibilità di indicare “non applicabile” per quelle domande che potrebbero non essere pertinenti per strutture più piccole.

A tendere, il risultato del ranking potrebbe diventare fondamentale per la selezione dei consulenti esterni, al pari delle tariffe e dell’esperienza pregressa degli avvocati. In questa fase iniziale di lancio, invece, la squadra ha deciso di mantenere un approccio più inclusivo e flessibile. «Sarà un percorso graduale. Ma, ora come ora, gli studi sono semplicemente invitati a registrarsi su Open-es, senza che questo costituisca un requisito vincolante per la collaborazione con Plenitude e l’esito dei beauty contest», ha chiarito Pantaleoni.

Il confronto con il 2021

Dal 2021, alcuni dei temi sollevati nella prima lettera, come il diritto alla disconnessione o il gender pay gap, si sono progressivamente affermati nella prassi, trovando spazio in normative, iniziative e contrattazioni sindacali. A questo proposito, Galizzi ha notato come la consapevolezza sia cresciuta nel tempo: «Diversi studi pubblicano oggi rapporti di sostenibilità o hanno implementato politiche per il work-life balance e le pari opportunità».

Nel frattempo, anche la stessa Plenitude ha messo in moto cambiamenti interni: «L’ufficio legale ha visto un aumento della presenza femminile nelle posizioni manageriali e l’azienda ha incrementato la percentuale complessiva di dipendenti donne, passando dal 41% nel 2021 al 49,2% oggi». Anche nell’ultima lettera, d’altronde, i legali hanno tenuto a precisare che “riconosciamo di essere i primi a dover migliorare, al nostro interno, il rispetto di quanto descritto: la presente è pertanto da considerarsi innanzitutto prova del nostro impegno a lavorare su questi temi”.

In conclusione

Come redazione di MAG, ci teniamo a stringere le fila di questo discorso con una chiosa personale, che trascende i confini dell’intervista con Pietro Galizzi, Mancuso, Roberta Pantaleoni e Sabrina Semeraro.

Sappiamo, innanzitutto, che la direzione legale di Plenitude ha voluto adottare un approccio esplorativo: prima di procedere con l’invio della lettera, infatti, aveva organizzato un evento con alcuni dei principali studi legali d’affari italiani per discutere il significato dell’iniziativa e presentare la piattaforma Open-es. Eravamo presenti anche noi, e i feedback emersi in quell’occasione erano stati incoraggianti: diversi avvocati avevano apertamente riconosciuto l’importanza dei temi trattati, per quanto ancora poco implementati nel mercato legale.

Proprio a questo proposito, è bene ricordare che questa iniziativa si inserisce in un panorama europeo in cui l’attenzione verso la sostenibilità è ancora sostenuta da un quadro normativo strutturato. Il terreno pare fertile per l’adozione di pratiche Esg da parte di aziende, banche e organizzazioni di vario genere, compresi gli studi legali. A dirla tutta, non si tratta più solo di una scelta etica, ma di un requisito per rimanere competitivi in un mercato dove tutti sono sempre più vincolati a criteri di sostenibilità. Se così dovesse continuare ad essere, l’iniziativa di Plenitude potrebbe allora rappresentare un modello che ritroveremo nei prossimi anni: le direzioni legali delle grandi aziende europee, spinte da obblighi normativi e aspettative degli stakeholder, inizieranno probabilmente a richiedere standard Esg sempre più elevati ai propri consulenti esterni. E gli studi che sapranno anticipare questa tendenza, adottando pratiche concrete su […]

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(In foto, in alto da sx: Pantaleoni, Semeraro; in basso da sx: Galizzi, Mancuso)

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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