Più donne nei team in house? Il segreto si chiama flessibilità

Dall’Australia arrivano buone notizie per le avvocate in house. Secondo una ricerca condatto dall’Australian corporate lawyers association e dalla Corporate Lawyers Association of New Zealand, è emerso che le donne stanno facendo passi da gigante nel mondo in house. Se infatti le avvocate – come riporta un articolo apparso sul sito Women’s Agenda – continuano ad essere gravemente sottorappresentate nelle posizioni più importanti del mondo legale, il loro numero sta invece aumentando nei team legali in house. 

Il report ha rilevato che il 42% delle 351 aziende intervistate hanno o hanno avuto una donna nel ruolo più importante del team legale. Un dato in aumento rispetto alla rilevazione del 2012, che si fermava al 38%. E se la completa parità di genere nel settore in house non può ancora dirsi raggiunta, va però segnalato che queste cifre rappresentano comunque un unicum rispetto alla situazione della professione forense. Qui infatti le donne nelle posizioni apicali in Australia rappresentano solo il 19%. Ma va peggio nel nostro paese dove, secondo i dati dell’ultimo rapporto Asla, solo il 16,2% dei partners è donna. 

Cifre che non migliorano se si guarda al settore societario in qualsiasi parte del Mondo. Se infatti in Australia le donne che occupano le posizioni dirigenziali sono meno del 10%, in Italia le difficoltà sono molte di più. Oltre a quella di oltrepassare il cosiddetto “soffitto di cristallo” che impedisce alle donne di avere acesso alle “stanze dei bottoni”, c’è, infatti, anche il problema della parità salariale. Come dimostrano i dati dell’ultimo rapporto annuale Istat, in Italia il divario salariale tra uomo e donna aumenta in maniera proporzionale all’importanza del ruolo occupato.

Perché, dunque, nel settore legale in-house sembra che le donne riescano a essere valorizzate molto meglio che negli studi legali o nelle imprese? Secondo la Ceo della Australian Corporate Lawyers Association, Trish Hyde, la risposta è il lavoro flessibile. Sembra infatti che in Australia, la possibilità data a molti legali in house di organizzare il loro orario di lavoro in maniera meno rigida stia favorendo l’ascesca di molte donne verso le posizioni apicali. 

Che il lavoro flessibile sia da sempre un elemento che agevola le donne perché consente di raggiungere il difficile obiettivo del work-life balance, non è una novità. Ma il fatto che in Australia i team in house stiano consentendo sempre di più una gestione del lavoro “su misura” è un’ottimo segnale per molti altri paesi, come ad esempio l’Italia, che fin’ora sono stati un po’ ‘sordi’ sull’argomento. 

“Sappiamo per esperienza – ha dichiatato Hyde – che le modalità di lavoro flessibile sono un fattore di progressione per la carriera delle donne. I dati del rapporto in house 2015 non fanno altro che confermare questa intuizione, dimostrando inoltre che dove alle donne è stata data questa possibilità, loro hanno saputo sfruttarla e raggiungere ruoli di leadership”. 

 

 

Gennaro Di Vittorio

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