Perché a lui dai di più?

Elena Falconi, HR Director di ADP Italia, e la dura verità sugli aumenti salariali

di michela cannovale

QUESTO ARTICOLO APPARE SULL’ULTIMO NUMERO DI MAG

Sapete che nel 2021 il divario retributivo medio di genere in Unione Europea era ancora del 12,7%? È esattamente come dire: se un uomo ha uno stipendio di 1000 euro mensili, quello della sua collega donna (stesse competenze, stessa preparazione, stesso onere di lavoro) è di 873 euro. Sarà mica giusto!?

In Italia, incredible but true, la media è un po’ più bassa: ci fermiamo al 5%. Rifacciamo i calcoli. Lo stipendio di lui resta 1000 euro, ma quello di lei arriva in questo caso a 950 euro. Stesse competenze, stessa preparazione, stesso onere di lavoro. Ma sarà mica giusto, comunque!?

La lista di motivi di questo divario potrei recitarvela come fosse una di quelle sigle dei cartoni animati che si guardava quando si era bambini e che rimangono impresse nella memoria per tutta la vita: la gravidanza, il carico di cura dei figli, il carico di cura della casa, il carico di cura dei nonni (anche quelli di lui), e quindi la preferenza per un orario part-time, ma anche la preferenza per settori a bassa retribuzione (come l’istruzione o la sanità) così come la rarità di ritrovarsi a ricoprire un posto dirigenziale. Tutto questo, signore e signori, riguarda molto più spesso la carriera di una donna e quasi mai quella di un uomo.

Nel 2022, tuttavia, si è riscontrato un altro trend che va a finire dritto dritto nel calderone del gap salariale: solo il 36% delle lavoratrici ha avuto un aumento, contro il 50% dei lavoratori. A rivelarlo è il rapporto “People at Work” dell’ADP Research Institute, che ci serve su un piatto d’argento un’ulteriore dolente verità: quel divario retributivo, per alcuni, non sarà mai colmato.

Ne ho parlato con Elena Falconi (in foto), HR Director di ADP Italia. Trovate tutto in quest’ultima puntata del nostro podcast, Diverso sarà lei. Buon ascolto a tutti!

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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