Openjobmetis: i nuovi orizzonti del lavoro

di ilaria iaquinta

Lo chiamiamo diffusamente smart working, ma sarebbe più corretto chiamarlo home working. Fatto sta che questa modalità di lavoro è entrata così prepotentemente nelle nostre vite a seguito dello scoppio del Covid-19 che sta modificando radicalmente il nostro modo di lavorare. E con questo, anche il mercato del lavoro, sempre più affamato di nuove competenze per combinare al meglio servizi tradizionali e tecnologie innovative. MAG ne ha parlato con Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis (nella foto), l’unica agenzia per il lavoro quotata in Borsa Italiana, sul segmento STAR.

La società ha appena avviato il processo di integrazione della piattaforma Jobmetoo (specializzata nella ricerca e selezione di persone con disabilità e appartenenti alle categorie protette) nella società Seltis Hub, che da novembre scorso unisce Seltis (dedicato a profili middle e top management), Meritocracy (profili IT, digital e attività di employer branding innovative) e UNA Forza Vendite (figure commerciali e offre consulenza di direzione e pianificazione strategica nell’ambito delle vendite).

Come sta cambiando il lavoro in questa fase delicata?

Cambiano le esigenze di aziende e candidati, che rincorrono un modello in grado di conciliare l’offerta dei servizi e delle competenze più tradizionali, con quella più innovativa. La pandemia ha accelerato la digitalizzazione delle aziende, obiettivo che ha reso più urgente la richiesta di profili specializzati in questi nuovi settori e professioni. Il Covid-19 come è una fortissima grandinata, quando la grandine si scioglierà l’erba crescerà ancora più verde, dunque ci lascerà nuovi modi di lavorare che ci renderanno più efficienti e ci offriranno nuove modalità di gestione del tempo.

Crede che il Covid-19 abbia modificato il mondo del lavoro innescando nuovi cambiamenti oppure che abbia semplicemente accelerato un processo già in atto prima della pandemia?

Per alcune aziende ha accelerato un processo già in atto, per altre ha innescato più di un cambiamento. La maggior digitalizzazione è stata propedeutica per l’adozione di forme di flessibilità nuove o poco consolidate come lo smart working che, se non si fosse verificata questa situazione, avremmo protratto per almeno un altro decennio. Banalmente, non tutti erano dotati di strumenti sufficienti e necessari per lavorare da casa, adesso è diventato chiaro anche quale è l’hardware minimo necessario per farlo. Questo shock ci è servito per capire che ci può essere un giusto mix tra il lavoro da casa e quello in presenza, poiché garantisce un rapporto coi colleghi ma anche di lavorare da casa e migliorare la qualità della vita. Inoltre, anche l’aspetto della formazione, centrale per il mondo del lavoro, ha dovuto adattarsi a nuove modalità parzialmente o totalmente virtuali.

Quali sono le prospettive per il futuro del lavoro nel mondo post-Covid?

Le aziende sono pronte a ripartire con ancor più determinazione. E con la consapevolezza di quanto sia importante attrezzarsi e ripensare alla propria organizzazione per affrontare eventuali criticità future. Per favorire davvero la ripartenza delle imprese sarà necessario un supporto governativo reale a favore del mondo del lavoro attraverso misure concrete che non si limitino all’assistenzialismo.

Per esempio?

La riduzione del cuneo fiscale e gli incentivi utili a stimolare nuove assunzioni. Io comunque sono ottimista e credo che il mondo del lavoro ripartirà con forza già dal secondo trimestre del 2021.

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Gennaro Di Vittorio

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