Non è un lavoro per mamme

Una donna con figli può lavorare o è forse meglio che, come ha consigliato gentilmente Guido Bertolaso a Giorgia Meloni, sua avversaria nella corsa a candidato sindaco di Roma del centro destra, “faccia la mamma”? Visto il tempismo del consiglio – benevolo, quasi quanto le battute sul rischio che un centro massaggi troppo vicino al Campidoglio costituirebbe per la sua proverbiale operosità – si potrebbe pensare che Bertolaso, dietro la frase, nasconda solo il timore di essere sconfitto. In realtà la vicenda è rivelatrice di un’ipocrisia molto diffusa e radicata: quella di chi finge di non vedere quale sia davvero la vita di tante mamme lavoratrici che, non potendosi permettere un aiuto – sia questo la nonna o la baby sitter – e dovendo conservare il posto di lavoro, fanno di tutto per conciliare maternità e vita professionale.

Una situazione che ha ben spiegato in un post su Facebook la giornalista Silvia Giralucci: “Mi colpisce tanto la storia di Giorgia Meloni, forse perché per me rappresenta quello a cui mi sono dovuta arrendere. Lavoravo al Mattino di Padova quando Vittorio era neonato”. La giornalista racconta degli orari frenetici, delle corse per portare il piccolo al nido e tornare al lavoro in tempo, dei panini mangiati in auto perché mancava il tempo, ma soprattutto dell’indifferenza dei colleghi. “Non ho avuto nessuna comprensione dai colleghi. Mi sono guardata in giro, tra le colleghe, e ho scoperto che quelle che ce la facevano in realtà avevano delegato al crescita dei loro figli (…). Da allora ho passato tutta la vita lavorativa tesa tra questi due poli: seguire i miei figli e realizzarmi nel lavoro, un equilibrio che non ho mai trovato. Vorrei davvero tanto una società in cui un genitore (uomo o donna) non dovesse vergognarsi di dire ‘devo uscire per andare a prendere mio figlio a scuola’. In cui le riunioni importanti fossero al mattino e non alla sera. In cui le scuole non chiudessero tre mesi d’estate, due settimane a natale e una a Pasqua, in cui ci fosse un’organizzazione tra scuola e attività sportive. Tante cose potrebbero essere fatte per aiutare i genitori. Una società a misura di famiglia sarebbe una ricchezza per tutti, non solo per le donne”.

Il punto è che la famiglia su cui è tarata la società italiana ancora oggi non prevede che una donna possa essere allo stesso tempo mamma e lavoratrice. O per meglio dire, che non tutti i lavori siano alla portata di donne madri. Il caso citato racconta di una giornalista. Ma potremmo parlare di tante avvocate, manager, consulenti…

 

 

Gennaro Di Vittorio

SHARE