Non poter fare una mammografia
Il mio tête-à-tête con Valentina Tomirotti, giornalista e attivista per le disabilità
Vi sarà forse capitato, in questi giorni di inizio autunno, di vedere una spilla con un nastro rosa esposta su giacche, borse e cartelle di passanti e conoscenti. Non è un caso: ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno, con iniziative per la diagnosi precoce diffuse in tutta Italia, e quella spilletta ne è l’icona.
Facendo una breve ricerca ho recentemente scoperto che le donne con tumore al seno metastatico (che ha quindi raggiunto anche altri organi) nel nostro Paese sono circa 50 mila. Ho poi scoperto che le nuove diagnosi di neoplasia nelle donne sono state in tutto 55.700 nel 2022, e cioè lo 0,5% in più rispetto al 2020. L’aumento dei casi di carcinoma è stato costante negli ultimi decenni, ma è successo anche perché si sono intensificati i controlli. Così, al contempo, è calata la mortalità: poiché la malattia viene sempre più spesso identificata durante i primi stadi di sviluppo, il trattamento sanitario ha più probabilità di funzionare con efficacia. Pensate: se il tumore viene identificato quando la sua dimensione è ancora inferiore ad un centimetro, la possibilità di guarigione supera il 90%. E questa è una bella notizia.
Quella brutta, che pure ho avuto modo di scoprire durante le mie ricerche on- e off- line, è che non tutte le donne, questo ottobre, riusciranno a sottoporsi ai controlli clinici e diagnostici fondamentali per riconoscere l’eventuale presenza di una formazione maligna. Mi riferisco, nello specifico, a quelle con disabilità fisiche sui cui corpi, incredibile ma vero, non è sempre possibile utilizzare strumenti medici avanzati come quello della mammografia. Per una donna che si muove in sedia a rotelle e non riesce a mantenere una postura standard, infatti, questo macchinario è sostanzialmente inaccessibile visto che, per completare l’esame, è necessario stare in piedi mentre due lastre che proiettano raggi X stringono prima l’una o poi l’altra mammella.
Quando la mammografia non si può fare, si passa al piano B: ecografia. «Meglio di niente, ma comunque non efficace quanto l’esame standard», mi ha detto Valentina Tomirotti, giornalista e attivista nel mondo delle disabilità e ospite della puntata di oggi di Diverso sarà lei, ai cui microfoni ha parlato anche di altri esami a cui non può accedere nell’ambiente sanitario, che evidentemente, per quanto pubblico, non è ancora pronto alla diversità dei suoi pazienti. Quello che mi ha raccontato mi ha lasciato di stucco. Buon ascolto a tutti!