Nomisma: il 56% degli italiani favorevole allo smart working anche nel post-Covid
La situazione di quarantena dettata dall’emergenza Coronavirus sta modificando nel profondo abitudini e stili di vita degli italiani che, comunque, si dimostrano solidali, proattivi e ligi ai doveri professionali. Questi sono solo alcuni dei principali aspetti che emergono dall’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiano le nostre vite” realizzato da Nomisma in collaborazione con Crif su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni).
Di fatto, si tratta di un’indagine settimanale che prende in esame parametri come lo stato d’animo, i consumi, le caratteristiche della quarantena e i desideri degli italiani con l’intento di monitorare in maniera continuativa (per almeno 12 settimane) opinioni e trend e comprendere le trasformazioni in atto, quanto saranno profonde e quanto resteranno in modo strutturale anche nel “post-Coronavirus”.
Una di queste è sicuramente lo smart working: nelle ultime 3 settimane l’abitazione è diventata il nuovo cuore pulsante di lavoro e tempo libero, trasformandosi in ufficio per il 9% degli occupati. L’aumento del ricorso al lavoro agile e la possibilità di svolgere le proprie attività da remoto hanno portato quasi 2 milioni di italiani a lavorare da casa. Una soluzione apprezzata anche per il post-lockdown: il 56% di chi oggi sta lavorando da casa vorrebbe proseguire, ma seppur non sempre, ma qualche giorno al mese.
Secondo Nomisma, organizzazioni, aziende, lavoratori, pur se forzati da una situazione di emergenza, stanno sperimentando un nuovo modo di lavorare, ripensandolo anche attraverso l’uso di strumenti digitali, accelerando così un processo organizzativo che in tempi normali avrebbe richiesto anni. Parallelamente al lavoro, il lockdown è in molti casi occasione per formarsi: il 28% degli italiani sono impegnati in corsi di formazione on line o a partecipare a webinar.