Next-Gen Single Market: saranno i general counsel a ridisegnare l’Europa?

Per Stéphanie Fougou e Marcus M. Schmitt di Ecla la risposta è sì: la funzione legale diventa il motore della trasformazione delle imprese europee

di michela cannovale

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Madrid, tardo pomeriggio. Le luci del General Counsel Forum 2025 organizzato da Ecla (European Company Lawyers Association) si stanno spegnendo, ma nei corridoi dell’hotel il brusio non accenna a diminuire. I duecento giuristi d’impresa che hanno partecipato alla due giorni madrilena si salutano dopo 48 ore di confronto serrato su AI, Esg e governance nel contesto del Next-Gen Single Market, la strategia europea che punta a costruire un mercato unico più integrato, innovativo e competitivo.

Poco più in là, ai microfoni di MAG, Marcus M. Schmitt, general manager di Ecla, riflette su quanto emerso: «Il general counsel non è un passeggero. È il pilota del cambiamento».

Accanto a lui, la presidente Stéphanie Fougou sorride e rilancia: «Ed è proprio questo il punto: i general counsel europei stanno assumendo un ruolo chiave nella trasformazione delle imprese. Sono strategici, non solo per gestire il rischio, ma per guidare il cambiamento in modo responsabile e sostenibile».

È in questa doppia visione che si riflette l’anima di Ecla, l’organizzazione che da oltre quarant’anni rappresenta e collega i giuristi d’impresa di tutta Europa. Nata per dare voce a una professione in continua evoluzione, oggi Ecla è il punto di riferimento di una comunità internazionale che, proprio a Madrid, si è riunita per discutere il futuro dei dipartimenti legali e il loro ruolo nel nuovo scenario europeo.

Oltre la compliance: i general counsel come cerniera del cambiamento

«Il general counsel non può più limitarsi a controllare che tutto sia in regola», spiega Fougou a MAG. «Oggi è una figura di leadership, chiamata a partecipare alle decisioni strategiche, a proporre visioni di lungo periodo, a guidare la transizione digitale e sostenibile delle imprese».

Un’evoluzione che, per Schmitt, è ormai irreversibile: «L’Unione Europea sta cercando di ridurre burocrazia e barriere. E chi meglio di un legale d’impresa, che conosce sia il diritto sia il business, può aiutare le aziende a tradurre questa evoluzione in pratica? I general counsel sono le persone giuste per trasformare la complessità in opportunità».

Nel nuovo scenario delineato dal Next-Gen Single Market, la funzione legale non è più percepita come un vincolo, ma come un acceleratore di innovazione, trasparenza e fiducia. Ed Ecla, attraverso i suoi forum e le sue iniziative, vuole contribuire a definire la nuova identità del giurista d’impresa europeo: un professionista strategico, consapevole del proprio impatto, capace di agire come cerniera tra impresa, società e istituzioni.

L’agenda europea e le barriere da abbattere

A più di trent’anni dalla nascita del mercato unico, l’Europa resta ancora frammentata da differenze giuridiche, fiscali e regolatorie. Ma il progetto del Next-Gen Single Market mira proprio a superare queste disomogeneità, aprendo una nuova fase di integrazione e competitività. «Le imprese europee – osserva Schmitt – convivono con ventisette regimi legali e fiscali diversi. È un’eredità che rallenta la crescita e frena l’innovazione. Ma il progetto del cosiddetto “28° regime”, come quadro normativo unico da affiancare a quelli nazionali, potrebbe rappresentare una svolta epocale: un contesto più coerente e accessibile per operare oltre confine. Una “corsia europea parallela”, uguale per tutti, più chiara e più efficiente».

Un cambiamento che, secondo Fougou, non può essere lasciato solo alle istituzioni europee. Perché a giocare un ruolo determinante in questo processo saranno proprio i general counsel, chiamati a fare da ponte tra impresa e regolatore. «Oggi i general counsel non sono più meri interpreti delle regole – spiega – ma interlocutori delle istituzioni. Devono contribuire alla semplificazione normativa e allo sviluppo di politiche che favoriscano la competitività e l’innovazione. È un ruolo che richiede visione, coraggio e la capacità di tenere insieme interessi diversi».

Guidare con uno scopo

Se cambia l’Europa, cambia anche la professione. Digitalizzazione, intelligenza artificiale, Esg, moltiplicazione delle normative: le sfide sono molteplici, ma rappresentano anche una grande occasione di crescita.

Sottolinea Fougou: «I general counsel devono saper dominare la tecnologia. Non devono subirla, ma integrarla nei processi decisionali. Devono essere agili, curiosi, aperti al nuovo. E soprattutto devono guidare con uno scopo: le nuove generazioni cercano leader che trasmettano senso, non solo regole. È questa la chiave per attrarre e motivare i talenti».

Per Schmitt, la trasformazione è già in corso: «Il general counsel del futuro sarà un “generalist specialist” in grado di coniugare conoscenze tecniche e visione strategica. La professione sta diventando più ampia, più fluida, più vicina ai temi che determinano la competitività delle imprese. Ed è proprio questo a renderla così affascinante oggi».

Il futuro del general counsel europeo

Guardando avanti, Fougou è convinta che la professione diventerà sempre più influente: «Il giurista d’impresa non è solo il custode della legalità, ma il promotore di un cambiamento etico e sostenibile. È colui che traduce i valori europei – trasparenza, equità, Stato di diritto – in azioni concrete dentro le aziende. Il suo ruolo sarà sempre più strategico, ma anche più umano».

Schmitt condivide l’ottimismo: «Il futuro del general counsel sarà ancora più entusiasmante che in passato. Il Next-Gen Single Market ha bisogno di queste figure: professionisti che uniscono diritto, innovazione e visione. Nel frattempo, Ecla continuerà a essere la loro casa europea, un luogo di confronto, formazione e crescita collettiva».

Proprio a questo proposito, l’obiettivo di Ecla è diventare una piattaforma di confronto e collaborazione tra giuristi d’impresa di tutto il continente. «Ogni anno – spiega Fougou – pubblichiamo benchmark che fotografano la realtà della professione in Europa. In molti Paesi, questi studi sono diventati strumenti di advocacy e di dialogo con le istituzioni. Ma il vero valore è nella condivisione: nei nostri gruppi di lavoro, i general counsel mettono a fattor comune esperienze, policy e modelli su temi come AI, Esg, governance e legal operations. È così che si costruisce una cultura europea della professione».

«Ecla – chiosa Schmitt – non è più la Sleeping Beauty di un tempo. Oggi è un network vivo, connesso, dove ogni settimana si incontrano – anche virtualmente – professionisti di ventiquattro Paesi. Le nostre AI Breakfasts, ad esempio, sono momenti di scambio informale ma denso di contenuti, in cui si parla di tecnologia, budget e organizzazione dei team legali. È una comunità in movimento, e il suo impatto cresce di anno in anno». Un impatto che […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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