Moncler, chiusi 50 siti falsi

Un’altra vittoria in tema di contraffazione per Moncler e per il suo dipartimento legale guidato da Silvia Bertulli. L’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale di Ginevra ha accolto il ricorso arbitrale della società contro 50 siti che vendevano prodotti Moncler contraffatti e che facevano capo a domini web registrati a dicembre 2015 da tre cittadini cinesi. 

L’azienda, guidata dall’amministratore delegato Remo Ruffini, si era rivolta all’Organizzazione denunciando il fatto che i siti usavano il nome del brand associato a termini come ‘outlet’, ‘sale’ e ‘store’ per attirare l’attenzione dei consumatori in cerca di prodotti a prezzi scontati. Inoltre le pagine web erano molto simili al sito ufficiale Moncler di cui riprendevano anche le immagini dei capi originali, traendo così ancora più in inganno il consumatore. 

In particolare, gli arbitri internazionali, condividendo le argomentazioni di Moncler, hanno ritenuto che i tre titolari dei 50 domini fossero distinti solo sul piano formale, ma, nella sostanza, facessero riferimento a un unico soggetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gennaro Di Vittorio

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