Modefinance, le pmi resistono all’impatto della pandemia
La pandemia da Covid-19 e tutto ciò che ne è derivato, ha inferto un duro colpo all’economia italiana, portando a una contrazione del Prodotto Interno Lordo del -8,9%.
A fronte di ciò, una fotografia di modefinance sul mondo delle PMI italiane evidenzia come queste abbiano complessivamente risposto bene a tale crisi. Una percentuale pari a circa il 35% delle stesse ha infatti mantenuto invariato il proprio merito creditizio espresso in termini di more score, dimostrandosi di fatto capaci di superare un periodo di importante difficoltà per l’economia italiana mantenendo inalterata la propria situazione economico-finanziaria.
A fronte di tale positivo dato, occorre tuttavia specificare come la complessiva qualità economico-finanziaria sia ovviamente mutata, così come riscontrabile nella distribuzione delle aziende per classe di rating. Sebbene infatti non si sia registrato il temuto spostamento di massa verso le classi di scoring peggiori, come CC e CCC, si è manifestato uno schiacciamento della curva della distribuzione con una minore concentrazione delle aziende nelle fasce centrali (B e BB), a favore sia di quelle a rischio maggiore (da CCC a D), sia di quelle a rischio minore (da BBB in su). Partendo dalle classi centrali, si può notare come la classe di scoring B (considerabile appena al di sotto della sufficienza) abbia registrato un calo di aziende dal 21,48% al 17,55%, mentre la concentrazione di aziende nella classe BB (configurabile come la classe di sufficienza) sia passata da 25,51% al 23,42%. Guardando alle classi di maggiore rischio, intese come quelle che vanno da D a CCC, possiamo osservare come queste abbiano complessivamente visto aumentare la percentuale di aziende al loro interno dal 10,14% al 12,19%; un aumento contenuto, ma che ha tuttavia riscontrato il principale rialzo all’interno della classe CC (+34,81%), da considerarsi di gravità patologica. Per quanto concerne infine le classi più sane, cioè quelle da BBB a AAA, queste sono complessivamente passate dal 42,86% al 46,85%. Il maggiore aumento all’interno delle classi sane si è registrato nella classe A, da considerarsi buona, che ha registrato un incremento della concentrazione al suo interno pari al +15,19%.
Previsioni di chiusura anno
La proiezione 2021 – basate sulla stima di crescita annuale del PIL italiano del +6% ed effettuata attraverso il modello proprietario di modefinance di Forecasting & Stress Test (ForST) – presenta tre distinti scenari (positivo, neutro o negativo) a seconda di come venga valorizzata una eventuale crescita di ricavi con effetti più o meno positivi sul merito creditizio del campione analizzato
Guardando le matrici di transizione dei casi neutro e positivo, il merito di credito migliora la maggior parte delle volte. Nello scenario neutrale, le imprese nelle fasce centrali mostrano una probabilità di upgrade intorno al 30%, probabilità che invece cala al di sotto del 20% per le classi più fragili
Anche per lo scenario negativo si osserva come le probabilità maggiori siano quelle di mantenere invariata la propria classe di rating, a dimostrare come la crescita stimata del PIL nel 2021 è comunque un ottimo segnale per le imprese per riprendere quel percorso di miglioramento del merito creditizio bruscamente interrotto dalla pandemia di Covid-19.